Estate torrida, Guccione: Chiediamo un ospedale da campo a Emergency
COSENZA - «In Calabria, soprattutto in
provincia di Cosenza, si preannuncia un’estate torrida. E non ci
riferiamo alle elevate temperature, ma all’emergenza sanitaria
che sta per esplodere e che rischia di mettere in serio pericolo
la salute dei cittadini». Lo afferma in una nota il consigliere
regionale Carlo Guccione.
«Forse sarà necessario, e lo diciamo con consapevolezza e
responsabilità - prosegue - chiedere ad Emergency di installare
un vero e proprio ospedale da campo per sopperire alla carenza
di posti letto, visto che ne mancano da attivare 354 rispetto a
quelli previsti nei tre ospedali Spoke e Hub della provincia di
Cosenza (ospedale Annunziata: 144 posti letto; ospedale
Corigliano-Rossano: 62; ospedale Castrovillari: 96; ospedale
Paola-Cetraro: 52). Non dimentichiamo che è anche per questa
carenza di posti letto che la provincia di Cosenza registra il
più alto tasso di emigrazione sanitaria verso le altre regioni.
A tutto ciò si aggiunge, se non si troveranno immediati rimedi,
la chiusura e/o l’accorpamento dei reparti, il blocco delle
attività chirurgiche, la diminuzione delle prestazioni
ospedaliere e territoriali anche perché bisognerà garantire in
qualche modo i turni feriali di medici, infermieri e Oss.
Certamente il Decreto Calabria non è la giusta soluzione per
risolvere la già precaria situazione sanitaria, ma vanno presi
dei provvedimenti immediati per garantire il diritto alla salute
dei calabresi e di coloro i quali verranno nella nostra regione
a trascorrere le vacanze estive. Basta dare uno sguardo ai dati
forniti lo scorso anno dall’Osservatorio sul turismo della
Regione Calabria: solo sulla costa tirrenica, ad esempio, tra
giugno e settembre ci sono state circa un milione e 250mila
presenze».
«La legge regionale 24/2008 (così come il Dca 81/2016) -
prosegue l’esponente Dem - all’articolo 1 dispone che 'la
Regione Calabria garantisce la tutela della salute assicurando
la disponibilità di prestazioni sanitarie e sociosanitarie
improntate all’efficacia delle cure, alla sicurezza dei percorsi
clinico assistenziali e al miglioramento continuo della qualità
delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e privatè.
Ma se la situazione dovesse rimanere tale, quanto previsto
dall’art 1 non potrebbe essere garantito, soprattutto nelle
strutture pubbliche. Senza ipocrisia e senza fare alcun gioco
dello scaricabarile la Regione, l’ufficio del Commissario e il
Governo nazionale, collaborino concretamente affinché venga
scongiurato il rischio di un vero e proprio collasso del sistema
sanitario calabrese. Ogni giorno sulla stampa locale vengono
segnalati anomalie, rischi concreti per la salute dei cittadini,
una diminuzione delle erogazioni delle prestazioni ospedaliere e
sanitarie. E nel frattempo che la popolazione aumenta per le
presenze turistiche, in provincia di Cosenza è come se avessero
cancellato un intero ospedale, così come era stato invece
previsto al decreto commissariale 64/2016 'Riorganizzazione
della rete ospedaliera e della rete Urgenza-Emergenzà».
«È arrivato il momento - conclude Guccione - che ognuno si
assuma le proprie responsabilità, ognuno in base alle proprie
competenze: non possiamo lasciare operatori medici e sanitari in
trincea e non garantire i Livelli essenziali di assistenza».