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Ok al Decreto Calabria, dubbi di incostituzionalità

ROMA - Via libera definitivo del Senato al decreto legge che contiene le misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria. I voti a favore sono stati 137, i contrari 103 e 4 gli astenuti. Montano le polemiche, intanto. "Il Governo dovrebbe chiedere scusa ai cittadini calabresi per aver presentato un testo anticostituzionale che attenta ai loro diritti come quello alla salute». Lo ha dichiarato il senatore di Forza Italia, Marco Siclari, nel corso della dichiarazione di voto. «Mancano risorse per i medici, gli infermieri e i sanitari - ha aggiunto il parlamentare azzurro - tanto che viene quasi da pensare che avete barattato questo decreto con il contratto di governo. Non risolvete i problemi della sanità calabrese e finirete per mandare in dissesto tutte le realtà produttive sane che operano onestamente nella sanità regionale – ha detto, invece, la senatrice del Pd Caterina Bini, intervenuta in dichiarazione di voto sul Dl Sanità Calabria - Il decreto Calabria ha problemi di costituzionalità. Si parla di autonomia differenziata e non vengono coinvolte le regioni. Si parla di sistema sanitario calabrese e si inseriscono norme di carattere generale. Non vi è cenno all’organizzazione, alla qualità dei servizi. Tutto si riduce a una questione di conti. Si mette un commissario che in un anno dovrebbe risolvere tutto e non si scelgono criteri di merito per la selezione». «Solo grazie al Pd - precisa la parlamentare dem - si parla di raggiungimento dei Lea e non solo degli obiettivi previsti dal piano di rientro del disavanzo. Per raggiungere un livello migliore di servizi, occorre immaginare una diversa organizzazione, ma per questo occorrono competenze, scelte politiche mirate, occorre confrontarsi con gli operatori sul territorio. Invece, per il governo del cambiamento è più facile nominare un Commissario, magari un fedele, che rimetta a posto i conti (sempre se ci riuscirà) anche se a scapito dei servizi. Tutto questo è il cambiamento tanto sbandierato?». 

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