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Tumore al seno, il castello di Reggio in rosa

REGGIO CALABRIA - Il castello aragonese a Reggio Calabria, nel corso di questa settimana è illuminato di rosa per sensibilizzare le donne sull'importanza della prevenzione del tumore al seno. Lo hanno annunciato gli assessori comunali alle Politiche sociali Lucia Anita Nucera e alla Valorizzazione del patrimonio culturale Irene Calabrò e il delegato alla Sanità Valerio Misefari. Ottobre, infatti, è il mese rosa», dedicato alla prevenzione del cancro al seno e in diverse strutture sarà possibile effettuare visite gratuite. L'Amministrazione comunale, oltre a sensibilizzare tutte le donne invitandole a sottoporsi ai controlli, intende porre massima attenzione nei confronti della patologia. «Ad esempio - si legge nella nota congiunta - oltre all’importanza dei controlli medici per una diagnosi precoce, tutti gli studi confermano l’importanza di seguire un’alimentazione sana e corretta. La correlazione tra obesità e incidenza del cancro del seno è infatti dimostrata, soprattutto dopo la fine dell’età fertile». «Diverse ricerche - prosegue la nota - hanno rivelato che questo tipo di neoplasia è maggiormente diffuso nelle popolazioni che seguono una dieta ricca di grassi, mentre gli alimenti tipici della dieta mediterranea hanno un’efficacia preventiva. L’attività fisica può ostacolare la formazione del tumore. Le donne che svolgono regolarmente sport presentano una riduzione del rischio di ammalarsi di circa il 15-20%». Lo scopo dello screening, ovvero degli esami periodici su donne senza segni di malattia, è intercettare un eventuale tumore quando è ancora in fase precoce e può quindi essere curato con efficacia e con terapie poco invasive. Nel 2017 in Italia si sono registrati circa 51mila nuovi casi (di cui solo l'1% nei maschi). Il carcinoma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelle donne, in cui circa un tumore maligno ogni tre (29%) è un tumore mammario. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, i tumori della mammella sono diagnosticati prevalentemente sia nella fascia d’età compresa tra 0-49 anni (41%), sia in quella 50-69 anni (35%), sia in quella più anziana con più di 70 anni (21%). La sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi, indipendentemente da altre patologie, è in moderato e costante aumento da molti anni (81% dal 1990 al 1994, 85% dal 1995 al 1999, 87% dal 2000 al 2004) in relazione a diverse variabili, tra cui l’anticipazione diagnostica (screening) e il miglioramento delle terapie. 

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