Le Associazioni della Sanità convenzionata: Situazione drammatica, subito un incontro con il ministr
CATANZARO – Un incontro con il ministro della Sanità. E un appello alla Regione perché venga convocato un incontro con il ministro Speranza per fissare «con urgenza un tavolo tecnico per discutere della drammatica situazione della sanità calabrese». Sono le richieste delle associazioni di categoria Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae, Unindustria e Crea, che si dicono «costrette a rivolgersi agli organi di informazione, per far conoscere l’attuale stato della sanità calabrese, in particolare nel settore dell’assistenza territoriale». Le associazioni evidenziano che «i tavoli ministeriali per la verifica dei Lea certificano puntualmente che in Calabria siamo al di sotto dei livelli minimi di assistenza. Un quadro costante, immutato nel tempo, con continui richiami ai commissari e alla Regione affinchè si attivino per far cambiare la situazione, richiami, però, non supportati da aiuti concreti in quanto il Governo non aumenta i fondi da destinare all’assistenza territoriale in Calabria, rendendo impossibile il compito assegnato ai commissari per il Piano di rientro». Per l’anno 2020 i commissari sono riusciti a reperire circa 1.5 milioni in più rispetto all’anno precedente, ma per le associazioni l’importo è assolutamente insufficiente a coprire il costo di tutte le prestazioni accreditate ritenute necessarie per garantire i Lea. Infatti, «le prestazioni messe, per così dire, a disposizione della popolazione sono sempre insufficienti a fronteggiare le esigenze del territorio nonostante il loro accreditamento sia stato necessario per migliorare la posizione della Regione rispetto alle valutazioni del Comitato dei Lea». Inoltre, le associazioni evidenziano che «la Regione Calabria si presenta ai tavoli ministeriali con i dati relativi alle prestazioni accreditate che, però, non coincidono con quelle convenzionate». Da una parte «si dimostra l’aumento delle prestazioni (accreditate)», dall’altra «la situazione reale non cambia e si continuano ad acquistare lo stesso numero di prestazioni». Eppure – ricordano Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae, Unindustria e Crea - il Comitato Lea richiama la Regione ad aumentare le prestazioni attualmente accreditate, ritenendole insufficienti al fabbisogno della popolazione. Servirebbe una copertura aggiuntiva di circa 20 milioni per acquistare tutte le prestazioni realmente accreditate e, quindi, immediatamente disponibili. Mentre per garantire realmente i Lea occorrerebbe un aumento del numero di prestazioni accreditate e un aumento delle risorse economiche di circa 80 milioni. Attualmente, però, i commissari non riescono a trovare il modo di migliorare la situazione nonostante il fondo sanitario valga complessivamente oltre 3 miliardi». Secondo le associazioni «nei prossimi giorni verrà approvato il nuovo fabbisogno territoriale con la previsione delle prestazioni secondo le direttive dei ministeri, quindi aumenterà l’attuale offerta, ma solo sulla carta: verranno aumentate le prestazioni accreditate ma quelle convenzionate resteranno sempre le stesse, e la Calabria rimarrà sempre agli ultimi posti nel garantire i Lea». Sempre secondo le associazioni, «Così procedendo la Calabria riuscirà, forse, a rispettare i Lea tra circa 20 anni. La conseguenza di ciò sono le lunghe liste di attesa per accedere ai servizi, l’abolizione del diritto di scelta del paziente, interminabili contenziosi tra erogatori e aziende sanitarie che non pagano le prestazioni richieste». Inoltre, «i pazienti, non trovando assistenza, continueranno a ricoverarsi (impropriamente) presso gli ospedali, con maggiori costi per il servizio sanitario». Ecco perché «Serve l’intervento del nuovo presidente della Giunta regionale e di tutti i parlamentari calabresi per cambiare rotta e dare una decisiva sterzata all’assistenza territoriale in Calabria». La proposta? «Bisognerà insistere presso i competenti ministeri al fine di ottenere le giuste coperture dei costi per garantire le prestazioni richieste dal Comitato Lea, altrimenti la Calabria rimarrà sempre agli ultimi posti per l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria». Uneba, Aiop, Anaste, Aris, Agidae,Unindustria e Crea chiedono pertanto al ministro della Sanità di «voler urgentemente incontrare i rappresentanti delle associazioni di categoria»; e ai rappresentanti delle istituzioni regionali di «voler intervenire presso il ministro della Sanità affinchè venga fissato con urgenza un tavolo tecnico per discutere della drammatica situazione». Ma occorrerà anche «dotare i commissari degli strumenti economici necessari per garantire la giusta assistenza territoriale alla popolazione calabrese, al pari delle altre regioni italiane».