Pitaro (Io resto): Dibattito vero sulla sanità
REGGIO CALABRIA -"Un dibattito vero, serrato
e senza pregiudizi in Consiglio regionale sulla sanità che in
Calabria è diventata il simbolo del fallimento di decenni di
politiche sciagurate il cui costo si vorrebbe far cadere sulla
pelle dei calabresi. E’ quanto chiederò nella prima seduta
dell’Assemblea regionale che, se la Presidente della Regione
Santelli lo consentirà, potrebbe svolgersi tra pochi giorni». E'
quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale di «Io
Resto in Calabria», Francesco Pitaro.
«E' evidente, come si evince dall’annunciata chiusura di 30
su 60 guardie mediche disposta dai commissari prefettizi
dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro - prosegue
Pitaro - che si intende fare cassa sulla pelle delle persone
nell’illusione di abbattere, a Catanzaro e altrove, l’enorme
disavanzo costituito, per una buona parte, dagli interessi
passivi, dalle spese legali e dalle procedure esecutive che
gravano sui ritardati pagamenti dei fornitori. E’ una scelta
perdente, perché porta all’esasperazione i cittadini e non crea
le condizioni per avere una sanità dignitosa. Occorre prendere
atto che la governance commissariale in Calabria invece di
risolvere i problemi è diventata essa stessa un gigantesco
problema».
«Il dibattito in Consiglio - sostiene il consigliere
regionale - spero possa concludersi con un documento orientato a
contrastare il furore distruttivo delle guardie mediche nei
distretti sanitari di Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato, ed
essere, al contempo, finalizzato a: chiedere alla Presidente
della Regione un riassetto organizzativo del Dipartimento sanità
al cui vertice ci si attende una professionalità che agisca non
per tutelare l’appartenenza, ma all’insegna del merito e
dell’efficienza funzionale; concordare, col ministro della
Sanità on. Roberto Speranza, ora che la legislazione lo
consente, l’attribuzione alla Regione di ogni prerogativa sulla
sanità».
«La politica, in primis Consiglio e Giunta regionali -
sostiene ancora Pitaro - deve tornare a decidere. E ad assumersi
la responsabilità di andare oltre questa tormentata fase
attraverso una programmazione che contemperi l’esigenza di
abbattere il debito con il diritto costituzionale alla salute
dei cittadini».