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Incontro a Reggio sulla scuola: evitiamo di farci commissariare dalla sanità

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 8 set 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

REGGIO CALABRIA - Anna Nucera, dirigente scolastica e assessore alla pubblica istruzione del Comune di Reggio Calabria, ha aperto il live meeting ringraziando la Città Metropolitana di Reggio Calabria, l’Ufficio Scolastico Regionale, i 30 istituti scolastici che hanno aderito, le Associazioni e i 500 partecipanti all’incontro. Ha spiegato l’importanza di questo evento, voluto fortemente e promosso dalla rete di Alleanze Educative Reggio Calabria, con l’obiettivo di migliorare la comunità educante, mettendo al centro il benessere dei bambini e dei ragazzi. La professoressa Nucera ha introdotto subito dopo il professore Daniele Novara, pedagogista e direttore del Cpp, Centro psico pedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti. Il professor Novara ha aperto subito il tema del workshop sull’investimento degli insegnanti per ripartire nelle scuole affermando che la scuola è il luogo dove le generazioni preparano la loro vita, agendo nei termini del bene collettivo. Il suo obiettivo è quello di funzionare come luogo che costruisce la cittadinanza, l’economia. Bisogna partire con coraggio che non significa spavalderia, bensì coraggio nel prendere atto della situazione e ripartire con consapevolezza e come comunità. “Come stanno i bambini? Secondo l’analisi dei dati dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova, il 71% dei bambini under 6, durante il lockdown, hanno una sintomatologia di paura, ansia, disturbi del sonno e regressione comportamentale. I bambini over 6 hanno avuto una sintomatologia come fatica a svegliarsi, sensazione di fiato corto. Questi dati sottolineano come questi sintomi hanno una ripercussione non solo nella salute fisica ma anche in quella emozionale psichica dei genitori e bambini e ragazzi. “Come stanno gli insegnanti?” Secondo un sondaggio condotto dal Cpp gli insegnanti si sentono molto preoccupati sulla ripartenza. Novara afferma che l’utilizzo della mascherina per i bambini e gli insegnanti sia un impedimento a livello emozionale, poiché non riescono a percepire i volti. Gli alunni si meritano la scuola, una scuola di qualità. Ciò che è mancato in questo lungo periodo è la socializzazione, che è una grave mancanza a livello psico-relazionale. I bambini isolati è un assurdo biologico. La socializzazione infantile è un bisogno primario. “Cosa dire ai genitori?” I genitori vogliono che il figlio riprenda la propria vita normalmente. Sono a favore di una scuola operativa. È bene che la scuola incontri i genitori, le famiglie affinché si ritorni alla normalità, dialogando sulle nuove normative ma senza fare terrorismo psicologico. Durante le riunioni con i genitori occorre spiegare che la scuola non è un luogo di assembramento ma un luogo di aggregazione organizzato. Bisogna stabilire le regole di questa organizzazione (orari, spazi, mensa e comunicazione), e ricordare quali siano i basilari educativi per poter usare al meglio la scuola, deve essere un’alleanza con le famiglie, rispettando il ruolo degli insegnanti e dei genitori. Il Professore Novara si è soffermato su come impostare la ripartenza, partendo da una parola chiave: accoglienza. Ciò significa che l’insegnante deve ritornare ad essere insegnante/animatore, poiché l’animazione è qualcosa di sensoriale. Per organizzare l’accoglienza sono fondamentali tre passaggi necessari. 1) Fare memoria: didattica autobiografica, ossia racconto narrativo. Usare le immagini, ossia far portare agli alunni in classe le foto del periodo del lockdown e proiettarle sulla Lim. Con il materiale autobiografico si può creare un libro della memoria. 2) Realizzazione insieme di un progetto di ripartenza: la scuola deve essere presidio di cittadinanza. Creare una serie di attività in aula, ad esempio: costruire la mascherina uguale per tutti; “lenzuolata” della carta di identità; margherita di identità; intervista di gruppo; gioco del paracadute; fare teatro come occasione catartica; scrivere un giornale con storie vissute; un video; uno spot di riprese di ogni scuola; una canzone; un gemellaggio con classe all’estero. 3) Laboratorio maieutico per una didattica educativa: l’apprendimento non è una funzione dell’ascolto ma dell’esperienza. Questo laboratorio crea generatività, interesse e motivazione. Il ruolo dell’insegnate è quello di regista maieutico, perché tutti noi impariamo, sbagliando.

In conclusioni di questi spunti di riflessioni e idee innovative e creative, il Ppedagogista Novara ha ribadito che la scuola è un’alleata degli alunni, aperta agli studenti e alle famiglia. È importante che in questo periodo non ci facciamo commissariare dalla sanità, perché la scuola è un’altra cosa. Infine, nell’ultima parte è stato lasciato spazio alle domande e al confronto con i docenti collegati. L’intervento di Paolo Cicciù ha chiuso questo interessante webinar, complimentandosi, a nome di tutta la rete di Alleanze educative, con il professore Novara per la disponibilità e la professionalità ed ha ribadito come l’obiettivo della rete sia mettere al centro le persone.

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