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Calabria zona rossa, il Tar dice no alla sospensione


ROMA - Nessuna sospensione cautelare urgente del Dpcm del 3 novembre scorso con il quale la Calabria è stata inserita tra le zone rosse italiane. Lo ha deciso con decreto monocratico il Tar del Lazio. Il ricorso in questione, proposto dalla Regione, celebrerà la sua discussione collegiale davanti al tribunale in camera di consiglio il prossimo 18 novembre.

Il Tar, «viste le istanze di misure cautelari monocratiche e di abbreviazione dei termini processuali per consentire la trattazione dell’istanza cautelare nella camera di consiglio del 18 novembre 2020, depositate il 6 novembre 2020», ha considerato che «nella specie, non sussistono le condizioni per disporre l’accoglimento della richiesta cautelare monocratica, ma che ricorrono i motivi d’urgenza per disporre l’abbreviazione dei termini, al fine di consentire la trattazione collegiale dell’istanza cautelare nella camera di consiglio innanzi indicata». L’effetto quindi è: «rigetto della richiesta cautelare monocratica», accoglimento «della richiesta di dimidiazione dei termini processuali», e, per l’effetto, fissazione della camera di consiglio del 18 novembre 2020 per la trattazione collegiale dell’istanza cautelare».

«Chi esce dal perimetro delle ordinanze del ministro della Saute, allargando le maglie, avrà l’impugnazione degli atti in tempo reale, a tutela massima della salute dei cittadini e del lavoro degli operatori sanitari. Ogni Presidente ha sempre la possibilità, se ci sono condizioni di gravi criticità comprovate, di emanare provvedimenti più restrittivi, ma se un’ordinanza va contro il deliberato invertendo l’impostazione, frutto del lavoro dell’Iss e della cabina di regia sul monitoraggio dei dati, il governo a tutela dei cittadini, della loro salute e del lavoro difficile degli operatori sanitari lo impugnerà in tempo reale». Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.

«Emanare un atto - sottolinea Boccia - che va contro la decisione del governo per allentare le condizioni da una zona rossa a zona arancione o gialla è un atto irresponsabile di propaganda che può fare molti danni sanitari. Il mio appello alla Regione Calabria è di fermarsi di fronte al rigetto già avvenuto oggi del ricorso della stessa Regione Calabria contro il Dpcm; il Tar Lazio è stato chiaro».

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