Adi, Confindustria Crotone chiede più equilibrio tra Lea e budget

CROTONE - Il presidente della Sezione Sanità di Confindustria Crotone, Vincenzo Giovanni Squillacioti, interviene sulla recente sentenza del Tar in merito alle prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi). Una precisazione che si è resa necessaria dopo il commento del commissario dell’Asp do Crotone, già ritenuto fuorviante dai legali della struttura convenzionata il cui ricorso è stato ritenuto inammissibile dal Tar che declina la propria giurisdizione che individua la competenza del giudice ordinario. «La decisione del Tribunale amministrativo scaturisce dal ricorso presentato da privati avverso la nota di ottobre 2024 nella quale l'Asp ricorda agli erogatori privati convenzionati gli obblighi contrattuali, tra i quali il rispetto dei tetti di spesa - è detto in una nota - Il Tar in sostanza ha ritenuto il ricorso inammissibile proprio perché la nota richiama obblighi contrattuali già sottoscritti e accettati dall'erogatore». Nella seconda parte, prosegue la Sezione Sanità di Confindustria, «la sentenza evidenzia inoltre che il riconoscimento della remunerazione di dette prestazioni erogate al di fuori del tetto di spesa non è materia del Tribunale amministrativo e deve essere rivolta ad altro livello decisionale. Questo passaggio - afferma Squillacioti - richiede una riflessione». «Premesso che le richieste di prestazioni di Assistenza domiciliare integrata giungono alle strutture convenzionate solo dopo una richiesta del medico di Medicina generale ed un ulteriore passaggio valutativo a cura dell'Unità di Valutazione multidimensionale dell'Asp stessa, è bene evidenziare - evidenzia Squillacioti - che le prestazioni attualmente accreditate nel territorio dovrebbero essere erogate in quanto accreditate per soddisfare i Lea ma gli attuali tetti di spesa non consentono di coprirne i costi». Il vero tema è dunque proprio questo, secondo Confindustria sanità: «bisogna erogare i Livelli essenziali di assistenza o restare nei tetti di spesa?». La questione, come noto, «non è di competenza del commissario Asp ma va ricondotto alle prerogative del Commissario regionale alla Sanità». Alla luce di queste considerazioni, «l’affermazione presente nel recente comunicato dell’Asp in ordine alla “non molto appropriata erogazione delle prestazioni di Adi e di quelle di proroga” non può evidentemente coinvolgere gli operatori privati convenzionati che, come sopra detto, erogano i servizi richiesti sulla base di valutazioni e verifiche riconducibili esclusivamente alla struttura del sistema sanitario pubblico. L’auspicio - conclude Squillacioti - è, dunque, la definizione di un quadro operativo che trovi il corretto equilibrio tra risorse, tetti di spesa e raggiungimento dei Lea, nella consapevolezza che gli operatori privati convenzionati con il sistema sanitario pubblico sono parte dello stesso e contribuiscono a superarne carenze e disfunzionalità nell’interesse dei cittadini e degli utenti».
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