Adi, la Calabria dovrà aumentare gli assistiti al 416%
MILANO - Come procede l’attività per la realizzazione della Missione Salute del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza)? Al 31 dicembre 2023 le scadenze europee risultano tutte rispettate, fa il punto la Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente sullo stato di avanzamento della parte del Piano che riguarda il settore, ma preoccupa il ritardo del Centro-Sud sull'assistenza domiciliare. Secondo i dati del monitoraggio del ministero della Salute, resi pubblici sul portale, riguardo ai milestone e target europei, con il raggiungimento del target “Almeno un progetto di telemedicina in ogni Regione”, sono state rispettate tutte le scadenze fissate per gli anni 2021-2023. Quanto ai milestone e target nazionali, questi sono «step intermedi che non condizionano l’erogazione dei fondi da parte dell’Europa, ma che richiedono un attento monitoraggio perché potrebbero compromettere le correlate scadenze europee», ricorda Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Su questo fronte sono stati raggiunti entro le scadenze fissate tutti quelli previsti nel 2021 e 2022. Relativamente al 2023, sono stati differiti tre target: da giugno 2023 a giugno 2024 la “Stipula di un contratto per gli strumenti di intelligenza artificiale a supporto dell’assistenza primarià e la 'Stipula dei contratti per la realizzazione delle Centrali Operative Territoriali”. Un ulteriore target – “Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)” - era già stato differito di 12 mesi: da marzo 2023 a marzo 2024. «Al momento i ritardi sulle scadenze nazionali non sono particolarmente critici - commenta Cartabellotta - fatta eccezione per i “Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)”. In dettaglio, entro marzo 2023 avrebbero dovuto essere assistiti in Adi (assistenza domiciliare integrata) 296 mila pazienti over 65, una scadenza slittata di 12 mesi per le enormi differenze regionali nella capacità di erogare l’assistenza domiciliare, ambito in cui il Centro-Sud era già molto indietro».
Secondo quanto previsto dal Decreto del ministero della Salute del 13 marzo 2023 per assistere almeno il 10% della popolazione over 65 in Adi il Pnrr si pone l’obiettivo di aumentare il numero delle persone prese in carico passando dagli oltre 640 mila del dicembre 2019 a poco meno di 1,5 milioni nel 2026, per un totale di oltre 808 mila persone in più. «Tuttavia - spiega Cartabellotta - se da un lato è realistico il raggiungimento del target nazionale, dall’altro è molto più difficile colmare i divari regionali. Infatti, se Emilia-Romagna, Toscana e Veneto per raggiungere il target 2026 devono aumentare i pazienti assistiti in Adi rispettivamente del 35%, del 42% e del 50%, in alcune Regioni del Centro-Sud i gap sono abissali: la Campania deve incrementarli del 294%, il Lazio del 317%, la Puglia del 329% e la Calabria addirittura del 416%». Il monitoraggio Gimbe cita poi la memoria dell’Ufficio parlamentare di Bilancio (Udp) che, sulla base delle informazioni della piattaforma ReGiS di monitoraggio del Pnrr aggiornate al 26 novembre 2023, mostra come la Missione 6 Salute si caratterizza «per un insolito paradosso di cui è difficile comprendere le motivazioni - analizza Gimbe - Da un lato si registra un’elevata percentuale di risorse assegnate ai progetti (83,6%); dall’altro emerge che la Missione Salute è quella con la percentuale più bassa (1%) delle risorse spese, rispetto al 20% della Missione 1, al 19% della Missione 2, al 18% della Missione 3, al 7% della Missione 5, e al 5% della Missione 4».
Si fa infine il punto sulle principali variazioni che la proposta di rimodulazione approvata il 24 novembre 2023 dalla Commissione Europea prevede rispetto al piano originale. A cominciare dalla riduzione di Case della Comunità (-312), Centrali operative territoriali (-120) e Ospedali di Comunità (-74) e interventi di antisismica (-25) secondo criteri di distribuzione regionale "al momento non noti", puntualizza la fondazione. "Se ad essere espunte saranno le strutture da realizzare ex novo - spiega Cartabellotta - ad essere penalizzate saranno prevalentemente le Regioni del Centro-Sud". Secondo le dichiarazioni pubbliche, si ricorda, le strutture espunte dovrebbero essere realizzate con le risorse del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico (ex art. 20 L. 67/1988) non spese dalle Regioni.
«Tuttavia - precisa il Presidente - se da un lato le Regioni hanno già espresso le loro perplessità in merito all’utilizzo di tali fondi, dall’altro il documento approvato dalla Commissione Europea li cita solo per compensare gli investimenti relativi all’antisismica». È poi previsto l’aumento del numero di persone over 65 da prendere in carico in assistenza domiciliare (da almeno 800 mila a 842 mila) - di cui non è ancora disponibile la ripartizione per Regioni - e del numero di pazienti assistiti in telemedicina (da almeno 200 mila a 300 mila). E ancora: la riduzione dei posti letto di terapia intensiva (-808) e semi-intensiva (-995), il differimento temporale del target relativo all’attivazione delle Centrali operative territoriali dal 30 giugno 2024 al 31 dicembre 2024 (+6 mesi) e all’installazione delle grandi apparecchiature dal 31 dicembre 2024 al 30 giugno 2026 (+18 mesi).
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