Battaglia di Occhiuto contro la lottizzazione della sanità
REGGIO CALABRIA - Con la replica da parte del presidente della Giunta, Roberto Occhiuto, si è conclusa la seduta del Consiglio regionale dedicata alla questione dell’utilizzo di medici cubani per fare fronte alle emergenze degli ospedali della Calabria. Il Governatore ha ribadito la difesa delle proprie decisioni, a cominciare dalla libertà data ai vertici delle Aziende sanitarie provinciali. «Avete gli obiettivi, ho detto ai commissari – ha ricordato Occhiuto - e quindi dovete lavorare senza alibi. Così come sarete sostituiti senza alibi se non raggiungerete gli obiettivi prefissati. Si tratta di un’innovazione rispetto ad una sanità che in Calabria è sempre stata lottizzata».
Prima dell’intervento finale del Governatore hanno preso la parola tre consiglieri, tutti dell’opposizione. Amalia Bruni, capogruppo del Gruppo Misto, ha definito «un metodo da caporalato» quello usato per il reclutamento dei medici cubani. «Il presidente Occhiuto - ha detto Bruni - apre al confronto ed al dialogo soltanto dopo avere adottato le sue scelte, rendendo così vano l’aiuto che tutti potremmo dare nell’individuazione di percorsi che possono essere corretti. Siamo convinti che quella dei medici cubani sia una strada troppo estemporanea e anteponga più problemi di quanti, invece, ne risolva».
Il capogruppo del Movimento 5 stelle, Davide Tavernise, ha definito l’informativa di Occhiuto «la certificazione che negli ultimi 10 mesi non c'è stato alcun cambio di passo sul problema principale della nostra sanità, che è quello della carenza di personale. Il lavoro portato avanti da Occhiuto - ha aggiunto - non è sufficiente rispetto all’investitura che ha ricevuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri».
Ha chiuso gli interventi il capogruppo del Pd, Domenico Bevacqua, che ha ringraziato il presidente Occhiuto «per aver accolto e soddisfatto la richiesta avanzata dal Partito democratico. Se non avessimo posto noi il problema - ha detto Bevacqua - al Consiglio regionale sarebbe stato negato il ruolo di luogo deputato alla discussione che deve svolgere. Saremmo stati totalmente esclusi da un dibattitto che, senza una discussione ampia e articolata sui temi della sanità, avrebbe rappresentato una presa d’atto di un’idea di sanità che non può essere ridotta ad una polemica legata agli interessi forti».
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