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Geriatria e pazienti con multicronicità, bisogni regionali da aggiornare



CATANZARO - In Calabria ci sono circa 350 mila over 65, con almeno due malattie croniche, come diabete e ipertensione e solo 95 posti letto ogni 10 mila anziani. L'obiettivo è andare al più presto verso una riorganizzazione dei processi di cura, creando per tutte le patologie croniche una rete di percorsi di diagnosi e terapia (PDTA) che accompagni il paziente in ogni stadio della gestione della sua malattia, in modo da ottimizzare l’efficacia delle cure. Lo scopo è quello di definire per la prima volta un percorso diagnostico-terapeutico dedicato ai pazienti con multicronicità, come punto di convergenza tra i percorsi costruiti per le singole malattie e, quindi, garantire continuità tra le reti assistenziali, oltre che aggiornare e quantificare i bisogni di salute regionali in termini di multicronicità, registrare le esperienze organizzative previste e attuate nella Regione. Questo, riporta una nota, è quanto è emerso in occasione del IX Congresso regionale Sigg Calabria, dal titolo «L'essenzialità della geriatria tra università, ospedale e territorio», che si è svolto all’Università Magna Graecia di Catanzaro, promosso da Angela Sciacqua, direttore della Scuola di specializzazione di Geriatria all’Università Magna Graecia, direttore Uoc Geriatria al Policlinico Universitario e da Roberto Lacava, geriatra territoriale Asp di Catanzaro e presidente Sigg Calabria. «La costruzione condivisa di un percorso per le cronicità - sottolinea Sciacqua, facendosi portavoce del direttivo Sigg Calabria, - comporta una riduzione dell’inappropriatezza, nelricorso alle attività di ricovero. La multicronicità è associata ad una ridotta qualità della vita, a una più alta mortalità e ad un utilizzo di più farmaci da parte del paziente. Pertanto, i sistemi sanitari si trovano a dover affrontare una maggiore richiesta di indagini clinico-diagnostiche, di trattamenti terapeutici e di visite mediche. Nella Regione Calabria i sistemi sanitari sono indirizzati a ridurre il carico del trattamento dovuto ad esempio ad appuntamenti multipli, a cure non pianificate, ad accessi impropri al Pronto soccorso. Già oggi, ad esempio, si va in questa direzione con le dimissioni protette per i pazienti in condizioni di particolare fragilità. Realizzate, grazie ad un protocollo d’intesa tra le Aziende ospedaliere e l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, puntano ad una presa in carico dei bisogni assistenziali del paziente al fine di consentire una continuità nella cura e un programma assistenziale personalizzato che ricolloca il paziente, soprattutto anziano e fragile sul territorio una volta conclusasi la fase acuta della patologia per ridurre i ricoveri impropri, dando continuità assistenziale e setting specifici offerti dal territorio, stabiliti dopo una valutazione multidimensionale chiamata a determinare i reali bisogni del paziente attraverso un team multi disciplinare dove sono coinvolti i medici, gli infermieri, gli assistenti sociali e i professionisti della riabilitazione».

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