Guardie mediche, De Caprio (FI) chiede di risolvere le criticità
CATANZARO - «Sono molte e giuste le lamentele da parte delle istituzioni locali, dei turisti, delle comunità cittadine per la mancanza di un servizio fondamentale soprattutto in Estate quando il flusso turistico è notevole. Ho avuto modo di interloquire con il commissario di Forza Italia di Amantea, Adelmo Mannarino, e il sindaco di San Nicola Arcella, Barbara Mele, preoccupati per la problematica che vivono le loro città. Insieme, ci siamo prodigati affinché un servizio fondamentale per il territorio venga potenziato». E’ quanto afferma il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta, Antonio De Caprio che ha reso noto il testo di una lettera al Commissario ad Acta pe la Sanità in Calabria, Guido Longo, e per conoscenza al governatore facente funzioni, Nino
Spirlì, in cui, precisa di avere «messo in evidenza i disagi che, negli ultimi giorni, stanno subendo numerose cittadine della provincia Bruzia, a causa della mancanza di personale sanitario all’interno delle Guardie mediche».
"Mi sono, poi, premurato - prosegue De Caprio nella lettera – di sottoporre la problematica al Dirigente competente del dipartimento alla salute per dare riscontro, riguardo l'autorizzazione alla pubblicazione del bando per il reclutamento di 314 medici per la copertura dei posti vacanti nelle guardie mediche dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Nell’ampio spirito collaborativo una soluzione immediata potrebbe essere quella adottata in una delle regioni che vive il nostro stesso disagio. Mi riferisco alla Sicilia dove il 26 giugno scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale un protocollo, secondo il quale “il medico, titolare di Continuità assistenziale a doppio rapporto, mantenga l'incarico di 12 ore, al superamento di 650 scelte di Assistenza primaria e fino al raggiungimento di 900 scelte. Ipotesi, questa, suggeritami dal Direttore del distretto sanitario del Tirreno, Angela Riccetti».
"Se si adottasse questa linea - sostiene De Caprio - da un lato si andrebbe incontro alla necessità di non lasciare vuote le sedi, visto che numerose di esse restano scoperte per carenza di medici e dall’altro lato favorire le prestazioni all’utenza, in attesa di definire il bando da autorizzare alla pubblicazione».
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