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Invecchiare in Calabria, ricerca di UniCal e Sadel


CROTONE - Aumento dell’utilizzo delle Residenze sanitarie assistite da parte della popolazione anziana non disabile, minore performance fisica ed un’accentuata prevalenza della depressione nelle donne. Sono soltanto alcuni dei risultati compendiati in un volume che racconta i primi due anni di collaborazione tra il gruppo Sadel di Cotronei e il Laboratorio di Genetica dell’invecchiamento e della Longevità dell’Università della Calabria. Il testo, “Soluzioni innovative per l’innalzamento della salute e della sicurezza della popolazione”, a cura di Giuseppe Passarino, direttore del Laboratorio di Genetica dell’invecchiamento e della longevità, e Salvatore Claudio Cosimo, responsabile del progetto per il gruppo Sadel, pubblicato da Rubbettino, è stato presentato all’hotel Lido degli scogli dagli autori che, moderati da Paolina Crocco, ricercatrice di Genetica, ne hanno discusso con Vincenzo Voce, sindaco di Crotone, Franco Rossi, responsabile del progetto “Verso la costruzione di un centro di eccellenza per l’ambiente e la salute, Marcello Maggiolini, professore ordinario di Patologia generale e presidente del Corso di laurea di Medicina e Tecnologie digitali di Unical, Alberto Montesanto, ricercatore di Genetica umana dell’Unical.

L’invecchiamento della popolazione rappresenta uno degli eventi demografici più rilevanti che le società del XXI secolo si trovano a fronteggiare. La popolazione italiana è tra le più vecchie del mondo: il 22% degli italiani ha oltre 65 anni e il 6,5% ha oltre 80 anni. Si stima, inoltre, che nel 2050 la quota di ultrasessantacinquenni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a circa 82,5 anni. Parallelamente all’aumentata aspettativa di vita, si è verificata una transizione epidemiologica, ovvero l’affermarsi di patologie cronico-degenerative e mentali quali malattie cardio-cerebro-vascolari, diabete, tumori, malattie respiratorie, disturbi muscolo scheletrici. La presenza di tali patologie ha un impatto sostanziale sulla qualità della vita contribuendo ad aumentare il rischio di disabilità e determinando nel lungo periodo la perdita dell’autonomia. Inoltre, gli anziani manifestano frequentemente la compresenza di più malattie croniche (comorbidità o polipatologia) e condizioni cliniche (le cosiddette sindromi geriatriche) che non possono essere ascrivibili ad una specifica patologia. Questo, insieme alla riduzione delle potenzialità di assistenza erogate all’interno dei nuclei familiari, ha determinato un aumento della domanda di servizi socio-sanitari assistenziali che siano consoni alle esigenze delle persone affette da patologie croniche o a rischio di fragilità. In tale contesto, diventa fondamentale il supporto offerto dalle Rsa.

Gli studi, svolti negli anni 2018 e 2019, su pazienti ospiti delle Rsa del gruppo Sadel nelle province di Cosenza e Crotone hanno permesso di pubblicare 14 articoli sulle più importanti riviste scientifiche internazionali oltre ad un articolo in italiano pubblicato nell’ambito dei lavori della Società italiana di geriatria e gerontologia. Gli studi hanno riguardato sia gli aspetti clinici, connessi con la salute ed il benessere degli anziani, che gli aspetti biologico-molecolari, che sempre di più stanno dimostrando la loro importanza nel determinare la longevità in buona salute. I risultati ottenuti mostrano come la genetica e l’epigenetica permettano di modulare la longevità e la qualità di vita dell’anziano. Nei successivi due anni, 2020 e 2021, caratterizzati dalla pandemia da Covid 19, il lavoro è proseguito e, in particolare, è stata effettuata una sorveglianza degli effetti della vaccinazione.

Con la produzione scientifica sono state, dunque, gettate le basi per una collaborazione ancora più stretta che permetta di mettere in pratica nelle strutture del gruppo Sadel gli insegnamenti che emergono dagli studi, a cominciare da quelli correlati con la dieta.

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