L'audizione di Longo in Commissione antimafia
CATANZARO - «Ci sono tante indagini in corso delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro e mi auguro che si faccia luce su qualche altro episodio perché è assolutamente disdicevole pensare che si possa fare il vaccino perché si è amico o perché è affiliato ad una 'ndrina di 'ndrangheta è veramente odioso e non lo tollero assolutamente. Per quanto riguarda poi la presenza della massoneria deviata è un fatto anche questo storicamente accertato». A dirlo il commissario alla sanità della Calabria Guido Longo rispondendo alle domande della Commissione parlamentare antimafia - alcune delle quali sono state segretate, così come parte delle risposte di Longo - sull'eventualità che la 'ndrangheta possa in qualche modo essersi infiltrata nella campagna vaccinale anti Covid favorendo la somministrazione di dosi ad «amici».
«Dobbiamo dare atto - ha aggiunto Longo - che tanti medici e personale sanitario e di supporto si è sacrificato. Sarebbe ingiustificata un’accusa a tutto l’apparato. Ovviamente l'apparato è fatto da soggetti e in Calabria abbiamo soggetti, come la storia ci ha dimostrato, un pò particolari che appartengono alla sanità, anche a fette di politica, alle istituzioni e purtroppo la loro presenza determina senz'altro situazioni che definire incomprensibili è generoso. I controlli adesso sono effettuati dalla protezione civile, ci siamo surrogati, e dall’Esercito e il mio augurio è che questi episodi non si verifichino più. Per gli episodi che si sono verificati sono state interessate le procure che stabiliranno chi sono i soggetti vaccinati, perché e quali vaccini sono stati somministrati».
«Purtroppo - ha detto Longo - la Calabria è piena di logge massoniche e ancor di più sono quelle deviate, quelle i cui elenchi sfuggono alla conoscenza dei più. Negli anni '90 i pentiti hanno parlato della “santa”, il livello massimo della 'ndrangheta che era un concentrato di 'ndrangheta, istituzioni e attività pubbliche varie per costituire veri e propri centri di potere ed erano affiliati i cui nomi era difficile rintracciare. Erano le strutture massime di 'ndrangheta segretissime. Quindi non stiamo scoprendo niente oggi. Sappiamo bene che alcuni medici hanno parentele ingombranti ma abbiamo anche professionisti seri e preparati e delle ottime specialità che però vengono offuscate da altri che fanno ben altro lavoro e non certo per conto della popolazione calabrese».
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