Medici cubani, il Pd denuncia l’indignazione della Calabria
CATANZARO - «La gestione della mancanza di personale medico da parte del commissario Occhiuto sta
indignando e non poco l’intera Calabria, per l’incertezza che le scelte fatte portano con se e per la superficialità con cui sono state poste in essere, mai concertate con nessuno. Il presidente prima ci accusa di essere bugiardi e poi ammette la necessità di rendere più attrattivi gli avvisi pubblici, denuncia che nei giorni scorsi abbiamo fatto pubblicamente proprio in risposta all’esigenza reale e tangibile di avere immediata linfa operativa nei reparti calabresi». È quanto si legge in una nota del Pd della Calabria.
«Le soluzioni pensate - prosegue la nota - avrebbero quantomeno dovuto garantire l’immediata messa in servizio dei professionisti, in attesa, per esempio, dell’espletamento dei bandi per il personale a tempo indeterminato che, non appena sarà approvato il nuovo piano operativo 2022/2024, il Decreto Calabria prevede nel piano assunzionale straordinario, non soggetto ad alcun tetto di spesa. Una messa in servizio che, però, nel caso dei medici esteri, sarà rallentata, in ossequio alle normative vigenti in Italia, dall’esame comparativo dei titoli di studio, in singole sedute per ogni nominativo, insieme ai rappresentanti del Ministero della Salute e del Miur. Una gigantesca fase burocratica che occuperà mesi e mesi di lavoro ed una scelta sulla quale il Ministero della Salute ha chiesto delucidazioni al commissario Occhiuto. La questione per noi sta nella qualità della gestione commissariale. Ci chiediamo, per esempio, come è possibile che alcune aziende sanitarie questa estate abbiano instaurato rapporti di lavoro con cooperative di medici, dunque in via diretta, con criteri stabiliti fuori dalla pubblica amministrazione? Inoltre, se gli uffici delle aziende sanitarie restano sguarniti di personale, i bandi di selezione del personale come possono essere espletati?. Dubbi e domande - conclude il Pd - che giriamo ancora una volta al presidente Occhiuto sperando che voglia dare risposte vere ai calabresi e che crei i presupposti affinché i giovani medici calabresi, costretti ad emigrare, possano avere occasione di tornare e dare un contributo alla Calabria».
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