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Pubblico e privato nella sanità, se ne parla al corso di management medico avanzato



 

 

CATANZARONuovo appuntamento con il Corso di management medico avanzato e di politiche sanitarie, organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Catanzaro. Giunto alla XIII edizione, il Corso - diretto dal dottor Lino Puzzonia e fortemente sostenuto dal presidente dell’Ordine, Enzo Ciconte - si articola in otto moduli, distribuiti su sei mesi, e si concluderà il prossimo 8 novembre presso la Sala Convegni dell’Hotel Guglielmo. Durante la due giorni di lezioni, sul tema “Pubblico e privato nella sanità italiana”, è intervenuto Vittorio Mapelli, già professore di Economia sanitaria presso l’Università degli Studi di Milano. Mapelli ha esordito spiegando come, nel corso del tempo, il rapporto tra pubblico e privato nel settore sanitario abbia attraversato tre fasi distinte. «Negli anni ‘40 e ‘50 - spiega il professor Mapelli - il privato era subordinato al pubblico. In quel periodo, il pubblico si avvaleva del privato solo laddove non riusciva a garantire determinati servizi, o perché già esistevano iniziative private, come case di cura gestite da ordini religiosi». Successivamente, con la riforma De Lorenzo dei primi anni 2000, è stata introdotta una logica di competizione tra pubblico e privato. «In regioni come la Lombardia - prosegue Mapelli - il privato ha guadagnato quote di mercato rispetto al pubblico, grazie a una maggiore flessibilità gestionale, ad esempio nell'assunzione di personale, negli acquisti e negli investimenti». Secondo Mapelli, oggi ci troviamo in una terza fase. «Sarebbe auspicabile superare la competizione e puntare verso una collaborazione tra pubblico e privato. Tuttavia – sottolinea - è fondamentale che il pubblico mantenga una certa supremazia, definendo cosa intende acquistare dal privato, per quali necessità, in che quantità e per quali prestazioni. In questo modo, è il pubblico a guidare la collaborazione, non il privato, che non può decidere autonomamente cosa fare all'interno di un budget assegnato dalla Regione». Infine, il professor Mapelli conclude ribadendo che «il privato dovrebbe essere complementare al pubblico, non sostitutivo», e che la priorità deve sempre rimanere quella di rispondere ai bisogni dei cittadini, non agli interessi del settore privato. «Credo che il modulo, così ben interpretato nell'esposizione sistematica della problematica da parte di Vittorio Mapelli, ci debba far riflettere sul fatto che, nel prossimo futuro, sarà forse necessario ripensare profondamente l'assetto istituzionale del Servizio Sanitario Nazionale – ha aggiunto il dottor Puzzonia -. La forte regionalizzazione che abbiamo vissuto in questa lunga storia del Servizio Sanitario Nazionale si sta dimostrando estremamente negativa. L'autonomia differenziata ci espone a rischi maggiori e, curiosamente, proprio in un momento in cui si parla molto di decentramento, per quanto riguarda la sanità, potrebbe essere il caso di ripensare a una nuova centralizzazione». Il prossimo appuntamento è previsto per giovedì 3 e venerdì 4 ottobre, con il modulo tenuto dall’avvocato Nunzio Raimondi, professore a contratto di diritto penale presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali e avvocato è patrocinante in Cassazione, sul tema “Lo stato dell'arte nella colpa medica, tra leggi temporanee e aperture giurisprudenziali”.

 

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