Sanità calabrese, la Uil chiede un confronto strutturato
CATANZARO - «Sulla sanità occorre aprire un confronto di merito, informato e strutturato perché il2024 è un anno decisivo per lo sviluppo di un Servizio sanitario regionale che possa dare, con costante gradualità, una risposta alla richiesta di salute che proviene dalle calabresi e dai calabresi. Il 2024, infatti, è l’anno in cui entra nel vivo la fase di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che, nelle intenzioni del legislatore nazionale e della politica regionale, dovrebbe trasformare e rendere efficiente la medicina del territorio puntando sulla realizzazione delle case di comunità, degli ospedali di comunità, della centrale unica di soccorso, e sul potenziamento dell’emergenza urgenza. Sappiano che la sanità calabrese sconta ritardi atavici proprio sulla medicina territoriale, ritardi accentuati dall’emergenza pandemica, che vanno a sovraccaricare gli ospedali e per questo ci pare fondamentale che questi investimenti arrivino all’obiettivo nel 2026. Per vedere realizzarsi questa prospettiva, a nostro avviso, è necessario attrezzarsi perché si aprano i cantieri e, soprattutto, si vigili sulla realizzazione delle opere progettate. Il tema dell’infrastrutturazione del Servizio sanitario regionale, che non può prescindere alla realizzazione dei quattro nuovi ospedali, non può marciare slegata dall’altro tema fondamentale per il futuro della sanità calabrese: quello del potenziamento del personale sanitario. In Calabria serve personale e bisogna procedere all’avvio di un piano straordinario di assunzioni che, però, non prescinda dalla riorganizzazione del personale attualmente in servizio e dalla stabilizzazione di tutto il precariato, anche quello che è stato assunto durante l’emergenza Covid su tutto il territorio regionale. Un piano che possa, almeno in parte, sopperire alla scelta scriteriata del Governo che con la Legge di bilancio continua a penalizzare il comparto pubblico e strizzare un occhio a quello privato e, allo stesso tempo, proroga il blocco del turnover e impedisce nuove assunzioni. Per rilanciare la sanità calabrese, poi, bisogna procedere spediti sulla contrattazione territoriale, l’unica capace di sostenere un’azione importante di riqualificazione e del personale operativo sul territorio riconoscendone l’operosità e la professionalità. Quella della contrattazione è una partita fondamentale alla luce delle difficoltà frapposte dal Governo al rinnovo dei contratti, previsto anche per il settore della pubblica amministrazione, che sarà chiamato a fare i conti con una non adeguata copertura economica, e che in Calabria - se si guardano le difficoltà con le quali sono costrette a fare i conti le Aziende sanitarie e quelle ospedaliere, rischia di non trovare completa attuazione. È determinante, ancora, capire quale sia lo stato arte di Azienda zero sul cui futuro il confronto si è improvvisamente fermato. Ritenendo questa una riforma importante per la Calabria chiederemo al Commissario per il piano di rientro di aprirsi al confronto con le Organizzazioni sindacali. Così come faremo, perseguendo il nostro bisogno di trasparenza, anche sulla sanità privata e sullo stato degli accreditamenti nella nostra regione. Siamo ben coscienti delle difficoltà con le quali è chiamata a fare i conti la sanità calabrese e chi l’ha gestita e la sta gestendo ma, proprio per questo, siamo convinti che solo attraverso il confronto strutturato, di merito e informato, che si sviluppi sia sul piano regionale con il commissario ad acta che su quello territoriale con i vertici delle Aziende ospedaliere e sanitarie, si possano dare risposte a un settore che non sta evidenziando miglioramenti e riuscire a trasformare le promesse e gli investimenti in cose tangibili». Lo afferma Walter Bloise, segretario della Uil Fpl Calabria.
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