Locri, chiude Ortopedia per carenza di medici
LOCRI - Sanità sempre più tasto dolente in Calabria. Dopo il caso dei gessi di cartone che sarebbero stati utilizzati per stabilizzare delle fratture nel grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, è la volta, adesso, del reparto di Ortopedia dell’ospedale di Locri che chiude, si spera solo temporaneamente, per mancanza di personale medico in grado di garantire i turni. Una condizione da sempre delicata, quella della sanità della punta dello Stivale, che si acuisce in estate in presenza di un aumento esponenziale della popolazione per l’arrivo dei turisti. E così, a Locri, la decisione dei responsabili del presidio ospedaliero non è passata inosservata. Giovanni Calabrese, sindaco della città, alle prese da tempo con una battaglia a difesa del nosocomio in uno dei territori più problematici della regione, ha affidato ad un post sulla sua pagina di facebook la notizia della chiusura del reparto e, in questo contesto, ha invitato concittadini e turisti, data la situazione, «ad evitare di farsi del male» . «Da venerdì 10 agosto 2018, il reparto di Ortopedia dell’unico ospedale del territorio - ha scritto il sindaco non senza una venatura di ironia - è chiuso per mancanza di medici pertanto, per evitare ulteriore disagio, siete tutti invitati a muovervi con enorme prudenza al fine di prevenire fratture di arti o altre patologie che necessitino di cure ortopediche che non potranno essere erogate presso il nostro presidio ospedaliero». Intanto, l’unica paziente, presente nel reparto fino a ieri, è stata portata nell'ospedale di Polistena. «La situazione è davvero seria - ha rincarato la dose Calabrese - e non riguarda solo l’ortopedia ma anche la radiologia che di notte è chiusa e pure il reparto di medicina i cui posti letto sono stati ridotti da 25 a 15, per non parlare del pronto soccorso. Ogni giorno - ha detto ancora - mi tocca raccogliere la preoccupazione di medici e personale sanitario ridotti all'impossibilità di fornire risposte adeguate all'utenza. Quello che davvero dispiace, però, è l’indifferenza della politica. Tutta. In passato siamo scesi in piazza per difendere il nosocomio e, a settembre, lo faremo ancora perché questo territorio non può fare a meno dell’ospedale».