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Niente fondi alla Scuola di Ostetricia, appello del Codacons

CATANZARO - «Dall’8 maggio è venuto meno l'accreditamento da parte del Ministero per la Scuola di specializzazione Ostetricia e ginecologia dell’Università Magna Graecia di Catanzaro. Parrebbe non vi siano i requisiti. Accade che il Ministero, ai fini della valutazione, abbia previsto che un Osservatorio nazionale si avvalga di indicatori di performance formativa riferibili al settore scientifico disciplinare specifico della Scuola». E’ quanto si legge in una nota del Codacons. «È stato quindi sviluppato un indicatore, denominato 'ASN' - prosegue la nota - per verificare la sussistenza dei livelli minimi relativi alle capacità di ricerca dei Docenti delle Scuole. Purtroppo la Scuola di specializzazione di Ostetricia e ginecologia, per come ci viene riferito, non ha raggiunto quel livello minimo. Basterebbe soltanto che venisse nominato un ricercatore, e questa nomina garantirebbe il raggiungimento del requisito ed il riaccreditamento della Scuola. E qui casca l'asino». «Perché se è vero che questa figura esiste - sostiene Francesco Di Lieto del Codacons - è altrettanto vero che ha un enorme difetto: non avere 'santì né in paradiso e, soprattutto, nella città di Partenope». Il Codacons denuncia, infatti, come la nomina «sia ostacolata da sciocche 'gelosie personalì talmente 'meschinè che hanno portato alla revoca dell’accreditamento. Ora è tutto fermo - afferma Di Lieto - in attesa che, da Napoli, arrivi la nomina di un associato capace di far raggiungere il numero magico. Niente di nuovo sotto il sole, in fondo la Magna Graecia, anticamente fu una colonia dei Greci, mentre nell’epoca moderna, è saldamente in mano alle 'baroniè del Regno di Napoli. Ovviamente l’associato 'partenopeò in Calabria verrà solo sulla carta e così saremo tutti felici e contenti. I 'baronì per aver occupato una nuova poltrona e i calabresi per aver riavuto la Scuola di Specializzazione. Tuttavia in questo modo si ruba il futuro ai nostri ricercatori». «Il nostro appello ai parlamentari calabresi - conclude Di Lieto - è quello di attivarsi per gridare 'Giù le mani dall’Università' e invocare una 'calabresizzazionè dell’Ateneo, nel senso di offrire opportunità e speranze alle eccellenze calabresi».  

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