Medicina generale in stato di agitazione
CATANZARO - «Il volume di attività della
medicina generale sta incrementando il proprio peso a causa
dell’evoluzione demografica della popolazione assistita e delle
cronicità, per cui l’attuale sistema organizzativo non potrà più
garantire per tutti la presa in carico attraverso modelli di
medicina d’iniziativa, né la possibilità di accesso libero e
tantomeno l’accessibilità domiciliare». E’ quanto affermano, in
una nota congiunta, le organizzazioni sindacali dei medici Fimmg
Calabria, Intesa Sindacale Calabria (FP Cgil Medici, Cisl
Medici, Sumai, Simet) e Fisum.
«Inoltre - proseguono i sindacati - ad oggi manca una
riorganizzazione della continuità assistenziale e della medicina
penitenziaria; le aziende sanitarie disattendono l’accordo
integrativo regionale vigente da ben 13 anni, negando il
riconoscimento delle giuste indennità economiche al personale
medico convenzionato nell’emergenza sanitaria territoriale.
Occorre ricordare che la sanità calabrese versa in una
gravissima situazione assistenziale e alla chiusura degli
ospedali non ha corrisposto un potenziamento del territorio,
così come previsto dai piani regionali. A tutto ciò si aggiunge
che la sanità territoriale e la medicina generale si trovano in
uno stato di abbandono, i medici di medicina generale subiscono
continue vessazioni burocratico amministrative e senza una
riorganizzazione non possono esercitare al meglio le proprie
potenzialità professionali a favore dei cittadini. Fimmg, Intesa
Sindacale e Fisum evidenziano i gravi ritardi nell’applicazione
dell’Accordo integrativo regionale e di quelli Aziendali già
definiti, accordo che permetterebbe una riorganizzazione
dell’assistenza territoriale, con la presenza di ambulatori
medici aperti h/12/24, distribuiti in modo capillare ed omogeneo
su tutto il territorio, finalizzati alla gestione delle
patologie croniche, dei codici bianchi, della medicina
d’iniziativa e di prevenzione».
«Inoltre - conclude la nota - sottolineano la mancata di un
Dca che renda operativo nelle Aziende sanitarie quanto già
stabilito in una serie d’incontri con il direttore del
Dipartimento della Salute della Regione Calabria. Pertanto i
sindacati proclamano lo 'stato di agitazionè della categoria
che, in assenza di risposte rapide e concrete, nella risoluzione
della controversia, sarà seguito da ulteriori azioni di protesta
sino allo sciopero generale».