Le 429 assunzioni diventano un caso
CATANZARO - «Dopo gli annunci e i proclami
arriva la verità. Le 429 assunzioni sembrano riconducibili a
vecchi provvedimenti, a dimostrazione, ulteriore, che siamo di
fronte ad uno strumento, quello del commissariamento della
sanità calabrese da oltre 10 anni, che è totalmente fallimentare
in quanto inefficace ed inefficiente per superare l’emergenza
sanitaria del nostro territorio». Lo afferma il senatore Marco
Siclari, di Forza Italia.
«Da quanto emerge - prosegue - sembrerebbe, dunque, che non
si tratta di nuove assunzioni, bensì risalgono a procedure del
2017 e non coprono neppure i cessati, ossia coloro che si sono
pensionati. Questa è un’ulteriore conferma che il decreto
Calabria non consente non soltanto di colmare le carenze
dell’organico ma persino di sostituire i cessati. In sostanza
nessun aumento dell’organico negli ospedali che soffrono di
carenza, di infinite liste di attesa e di reparti senza medici
e, in molti reparti, anche senza primari. Il Governo, nonostante
sia stato ben informato dal sottoscritto con centinaia di
agenzie stampa e decine di interrogazioni parlamentari, conferma
l'incapacità di dare soluzioni ai veri problemi sanitari
calabresi e si nasconde dietro l’inadeguatezza dello strumento
del commissariamento della sanità calabrese che da oltre 10 anni
non garantisce il diritto alla salute in Calabria. In Calabria i
numeri parlano chiaro, ribadisco che il piano di assunzioni
andrebbe redatto in base alle necessità. Nella nostra regione
esiste un ammanco di circa 1.210 medici: le carenze principali
riguarderanno la medicina d’urgenza con 245 medici, l’anestesia
e rianimazione con 63 medici, la ginecologia con 51 medici, la
chirurgia generale con 90 medici, la pediatria con 150 medici e
la psichiatria con 90 medici (FNOMCeO-ENPAM-SUMAI-ANAAO) e
mancano inoltre 2.400 infermieri. Occorre, dunque, prima di ogni
cosa, sbloccare i concorsi, predisporre i bandi che permettano
di selezionare i medici sulla base del merito, della comprovata
esperienza e della continua formazione professionale. Ho
presentato nel mese di giugno diversi emendamenti al decreto
Calabria, tra questi anche un emendamento che mira ad
'incentivarè il ritorno di medici calabresi che lavorano fuori
con successo, ma sono stati puntualmente tutti bocciati dal
Governo che, con il decreto Calabria, ha certificato la volontà
di lasciare morire il Diritto alla Salute confermando il blocco
del turn over ed il blocco di nuovi concorsi impedendo, di
fatto, l’aumento dell’organico in Calabria. La responsabilità
della sanità calabrese è per la maggior parte classe politica
che, negli scorsi decenni, non ha saputo guardate al futuro, ma
adesso, il Governo sta distruggendo quel poco che di buono è
rimasto».
«Solidarietà ai miei concittadini - conclude Siclari - che
non hanno garanzie di potersi curare in Calabria, ai medici e
agli operatori sanitari che lavorano in condizioni disperate. Il
ministro Speranza riveda i miei emendamenti e modifichi quel
decreto che 'porta a morte assistita il diritto alla salute in
Calabria».