Cosenza, i 60 medici in quarantena e l'allarme dell'Ordine professionale
COSENZA - Sessanta medici di famiglia a Cosenza sono stati posti in
quarantena dopo aver avuto contatti, negli ultimi giorni, con un
informatore farmaceutico risultato positivo al nuovo
coronavirus. Lo afferma Silvestro Scotti, segretario della
Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg). La
situazione, rileva, «è preoccupante. A seguito della quarantena
per questi 60 colleghi, infatti, circa 70mila cittadini
calabresi si ritroveranno sprovvisti del medico di base
cui fare riferimento». "Se il coronavirus ha messo in difficoltà la sanità lombarda, a noi ci ammazza definitivamente. Siamo nel disastro totale: veniamo fuori da un piano di rientro durissimo. E ci manca completamente una classe dirigente. Non solo politica, ma anche professionale: abbiamo una classe di primari scelta dalla politica". Non usa mezze misure il presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Eugenio Corcioni, che denuncia come, ad oggi "nessuna iniziativa organica e strutturale è stata presa per dotare, per esempio, gli operatori sanitari di dispositivi di protezione".
Di più "non si registrano iniziative per riorganizzare i servizi, definire percorsi dedicati, predisporre le strutture. Ma anche semplicemente per evitare assembramenti, contingentare le visite dei parenti negli ospedali: si vedono arrivare gruppi familiari con i pasticcini nei reparti. Altro che misure di contenimento", dice Corcioni, che ha anche scritto ai vertici della sanità calabrese e al ministro della Salute Roberto Speranza per denunciare la situazione. "Siamo all’assurdo. Non c'è nessuna preparazione, si attende lo tsunami inermi. L’ospedale di Castrovillari, storicamente uno dei più importanti della provincia, sta chiudendo la pneumologia. E il pronto soccorso funziona con due soli medici. Temo che l’ondata del coronavirus ci travolgerà senza trovare resistenza", conclude Corcioni.