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Navi ospedale, la proposta di Tangari


ROMA - «Navi-ospedale per combattere

efficacemente il corona virus. Una preziosa opportunità

soprattutto per eventuali emergenze al Sud». E’ quanto indica

Mario Tangari, medico dell’Ospedale San Giovanni di Roma,

inventore di apparecchiature medicali mini invasive per la

traumatologia, che evitano incisioni chirurgiche estese e lunghe

tutele gessate e ricercatore, originario di Cotronei, non ha

dubbi.

Tangari sostiene che per far fronte alla «epidemia» di

coronavirus, «una grande opportunità sarebbe quella di

organizzare la quarantena sulle navi. Ce ne sono tantissime a

disposizione in ogni dove. E ci sono anche quelle da crociera

ferme al palo. Su una nave adeguatamente medicalizzata per i

sospetti e gli acuti da coronavirus, il ricovero in tante città

portuali italiane sarebbe per Tangari una grande e facile

opportunità, una soluzione rapida e immediatamente praticabile

per evitare sovraffollamento e migrazione e dare risposte

concrete e subitanee. Una nave-ospedale si può attrezzare in

breve e in ragione di buone economie ed è una struttura già di

fatto dotata delle basi necessarie: elettricità, acqua, servizi,

cucine, ascensori, camere e spazi aerati, riscaldati o

raffreddati. Si farebbe presto - prosegue - a dotarla del

necessario apparato clinico, senza spendere troppi soldi e tempo

per costruire tutto ex-novo. I pazienti potrebbero essere divisi

facilmente per settore, tre essenzialmente, e tutti comunque

potrebbero usufruire della forza della natura per diluire e

disattivare qualsiasi virus con acqua clorata, aria iodata,

vento e soprattutto con la 'centralizzazionè del problema

respiratorio, liberando così gli ospedali a svolgere il loro

impegno abituale e altrettanto irrinunciabile dedicato alla cura

delle patologie comuni».

A giudizio di Tangari «ai generali benefici respiratori dello

stare sul mare si aggiungerebbe la possibilità di spostare

facilmente le stesse navi per ogni esigenza, laddove ce ne fosse

necessità e urgenza. Sono, poi, un convinto sostenitore della

forza e potenza degli olii essenziali. Sulle navi, sarebbe

semplice il loro uso e la loro diffusione anche direttamente

sulle mascherine o attraverso l’aerazione, per corroborare le

convalescenze. Il resto lo farà il …caldo, i virus si

moltiplicano a basse temperature e gli anticorpi funzionano

meno; e poi ecco la possibilità di tenere ben puliti ambienti

circoscritti, con poche suppellettili, facili da

disinfettare».

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