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L’ordinanza Santelli sconfessata anche dai medici


CATANZARO - Prima i sindaci hanno bloccato con proprie ordinanze il provvedimento regionale, attualmente applicato solo in pochi Comuni della Calabria, mentre gli esercenti sono sul piede di guerra per non essere stati interpellati e non aver avuto il tempo di adottare le misure previste, ma a far sentire la propria voce sono stati anche i medici. Compreso l'infettivologo Raffaele Bruno, direttore del reparto di "Malattie Infettive" del "San Matteo" di Pavia, che la governatrice Jole Santelli ha nominato come esperto della sua task force. Anche lui lamenta di non essere stato consultato altrimenti avrebbe sconsigliato il provvedimento che consente l’attività di bar e ristoranti all’aperto. Ma ecco cosa scrivono i presidenti dei cinque Ordini provinciali dei medici.

I cinque Presidenti dei Consigli degli Ordini Provinciali dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Regione Calabria, pur condividendo le iniziative fino ad oggi da Lei assunte a tutela della salute pubblica per far fronte al grave stato di crisi creato dal diffondersi della pandemia da Coronavirus, esprimono rammarico per il mancato accoglimento della precedente richiesta di incontro, volta ad un propositivo confronto in vista della cosiddetta “Fase 2”, che vedrà i medici e tutti gli operatori sanitari ancora in prima linea ed ancora più esposti, considerando che nell’espletamento delle proprie funzioni, la nostra categoria ha pagato già un prezzo altissimo, in altre Regioni, con 151 vittime (ad oggi), “Caduti” in battaglia (termine più che adeguato il giorno in cui si festeggia La Liberazione). Gli Ordini dei Medici in qualità di Organi Sussidiari dello Stato, sono Enti preposti alla tutela della salute pubblica e quindi a salvaguardia della salute dei cittadini e rappresentano una categoria che nella Regione conta circa 18.000 iscritti. Prendiamo atto dell’ordinanza del presidente della Regione N. 35 del 24 Aprile 2020, avente ad oggetto: Ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019. Ordinanza ai sensi dell’art. 32, comma 3, della legge 23 dicembre 1978, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica: Disposizioni relative alle prestazioni di specialistica ambulatoriale, ma ci sentiamo sollecitati, oltre che dall’obbligatorio senso di interpretazione pro-attiva del ruolo che si è chiamati a svolgere, anche da numerose richieste di chiarimenti da parte dei vari segmenti della nostra complessa ed articolata professione. Condividiamo la fase di iniziale riapertura e prendiamo atto delle misure organizzative, di prevenzione e di protezione, nonché specifiche per la prevenzione di focolai epidemici, per come dettagliato negli allegati dell’Ordinanza stessa, da far adottare anche al privato puro e convenzionato, siamo però preoccupati, che in molti ambiti territoriali, si verificherà l’impossibilità di poter corrispondere alla domanda per ogni tipologia di prestazioni in tempi ragionevoli, anche considerando i carichi di lavoro aggiuntivi derivanti dalla pregressa domanda sospesa e non soddisfatta, nonché da quelli indotti dalle stesse attività svolte”.

“La consapevolezza che al momento, e chissà per quanto tempo ancora, si sia adottato un sistema ove il privato puro e convenzionato lavori di fatto in regime di esclusiva, rende ancor più auspicabile un incontro istituzionale, per chiarire quali siano i piani ed i programmi che la Regione intende adottare al fine di poter restituire, per step ma in tempi brevi, le Strutture Pubbliche, ivi compresa la Specialistica Ambulatoriale, alla loro mission, attraverso un progetto di adeguamento anche degli organici per la messa in atto di tutti i requisiti necessari, per come richiesto, ed al pari delle strutture Private, ivi compresa la necessità di dare, finalmente, seguito all’effettuazione dei tamponi in tutta la regione a tutto il personale pubblico e privato, nonché la previsione di un programma permanente di verifica e monitoraggio dei requisiti di cui all’allegato 1 dell’Ordinanza 35/2020, e ciò sia a garanzia dei cittadini che dei professionisti. E’ a tal fine che ribadiamo la disponibilità ad una collaborazione operativa. E’ in tale ottica, ma non solo, che si rende altresì necessario programmare nel tempo un ridimensionamento negli Ospedali della rete regionale dai reparti COVID allestiti con il sacrificio delle altre specialistiche, nonché delle intere strutture, in quanto ha dato e dà impedimento alla prosecuzione e sviluppo delle attività di più propria competenza ospedaliera in termini sia di diagnosi, che di cura e followup, anche posto che il riavvio delle attività di screening poco senso avrebbero in assenza di conseguenziali prese in carico complete (diagnostiche pesanti, interventi chirurgici ecc). Gli Ordini scriventi, sollecitano l’utile contestuale potenziamento dell’offerta assistenziale e di ricerca nel campo delle malattie infettive, approfittando della spinta e dei contributi correlati alla Pandemia COVID-19, attraverso l’istituzione di un Centro Unico Regionale COVID-19 nell’area centrale della Calabria, considerato che a Catanzaro è presente l’unica Facoltà di Medicina e Chirurgia e due ospedali Hub – “Pugliese-Ciaccio” e Policlinico Materdomini. Infatti tale centro deve coniugare la ricerca, la formazione e l’assistenza, interagire con tutti gli altri ospedali Hub e Spoke e la sanità territoriale della Regione. Un modello innovativo che coinvolga tutte le competenze specifiche e le migliori energie”.

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