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Caso Congi, per la Cgil il tempo è scaduto

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 5 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min
Caterina Perri
Caterina Perri

COSENZA – Otto mesi dopo la morte di Serafino Congi, il giovane padre di San Giovanni in Fiore stroncato da un infarto mentre attendeva un’ambulanza mai arrivata in tempo, la vicenda continua ad incendiare il dibattito. Dopo il duro confronto tra Caterina Perri, vedova di Serafino, e l’Asp di Cosenza, la Cgil provinciale cosentina interviene per ribadire la necessità di verità e trasparenza. Il sindacato esprime pieno sostegno alla battaglia della famiglia Congi. «Siamo al fianco di Caterina Perri e dei suoi figli – afferma la Cgil di Cosenza – che con coraggio e determinazione chiedono solo ciò che dovrebbe essere scontato: verità, trasparenza, giustizia». La denuncia è chiara: «Condanniamo con fermezza l’atteggiamento dell’Asp di Cosenza, che a otto mesi dalla tragedia non ha ancora reso note le risultanze dell’indagine interna promessa e più volte sollecitata». Per la Cgil, il comportamento dell’azienda sanitaria appare «grave, opaco e in palese contrasto con i principi di legalità e trasparenza». Una critica che si innesta direttamente nella polemica seguita alle parole dell’Asp, che ieri aveva richiamato l’indagine della magistratura come ragione del proprio silenzio. Ma la Cgil respinge questa giustificazione: «Nascondersi dietro l’indagine della magistratura solo per evitare di assumersi responsabilità amministrative è un comportamento inaccettabile per un ente pubblico che ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini e di rendere conto del proprio operato». Il sindacato rilancia così l’appello già avanzato dalla famiglia Congi: «Chiediamo che l’Asp renda pubblici gli atti, che risponda alle domande legittime di una famiglia distrutta dal dolore e che dimostri di essere un’istituzione al servizio della comunità e non un fortino chiuso che protegge se stesso». Il tempo, per la Cgil, è scaduto: «Non è più tempo di silenzi, ma di verità, di responsabilità e di giustizia». E mentre la famiglia continua a cercare risposte, la vicenda di Serafino Congi resta il simbolo di una battaglia più ampia, quella per una sanità pubblica capace di salvare vite e non di perderle tra i ritardi e le omissioni.

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