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Catanzaro, grande partecipazione alla manifestazione per una sanità equa ed efficiente

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 11 minuti fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Massimo Razzi
Massimo Razzi

CATANZARO - In piazza per «rivendicare il diritto dei calabresi ad una sanità equa ed efficiente». Numerose le adesioni alla manifestazione dal titolo “Calabria alza la testa!” in piazza Prefettura a Catanzaro. A promuoverla il Quotidiano del Sud con l'adesione di sindacati, associazioni e partiti di centrosinistra. In totale sono stati circa 1.500 i manifestanti: presenti anche numerosi sindaci provenienti da tutte le province calabresi. La manifestazione è stata promossa per denunciare la situazione di emergenza della sanità calabrese, commissariata dal 2010 e caratterizzata - a detta dei manifestanti - da livelli di assistenza insufficienti, dal depotenziamento delle strutture ospedaliere e sanitarie, dalla eccessiva lunghezza delle liste di attesa, dalla grave carenza di personale, dalla crescente emigrazione passiva, tutti elementi che - è stato evidenziato - «aggravano il gap con le altre regioni d'Italia». Numerosi gli striscioni e i cartelli di protesta, con critiche rivolte al governo nazionale e regionale. Alcuni manifestanti, per descrivere la crisi della sanità calabrese, hanno anche trasportato una bara sulla quale campeggiava la scritta “No armi, no ponte, sanità per tutti”. A introdurre gli interventi dal palco il direttore del Quotidiano del Sud, Massimo Razzi. «Qui - ha detto - c'è la Calabria che chiede il rispetto di diritti che non possono essere sacrificati a questioni economiche, perché la vita degli esseri umani vale di più dei soldi e dell'economia. Invece in questa regione, anche per colpa della situazione nazionale, delle leggi e dell'interpretazione delle norme, la situazione della sanità continua a peggiorare, quindi bisogna fare qualcosa perché ci sia un cambiamento. Noi lo chiediamo a tutte le autorità locali e nazionali e ci faremo sentire anche nei prossimi mesi».  In prima fila nella manifestazione la Cgil Calabria, con il segretario generale Gianfranco Trotta. «Siamo in piazza per rivendicare una sanità che funziona e dia certezze ai calabresi - ha sottolineato - penso che il presidente della Regione Occhiuto debba ascoltare la piazza e non buttarla in politica perché se ci sono responsabilità che hanno portato la sanità a questo punto sono responsabilità da cui non è escluso». Tra le testimonianze, particolarmente toccante quella di Caterina Perri, moglie di Serafino Congi, morto lo scorso 4 gennaio mentre veniva trasportato in ambulanza all'ospedale di Cosenza, dopo aver atteso per tre ore al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore per la mancanza di un'ambulanza con medico a bordo. «Serafino - ha raccontato Perri - ha resistito oltre 4 ore ma le ambulanze non sono partite. I medici non ci hanno neanche chiesto. Smettiamo di essere l'angolo muto nella storiografia dell'unita' d'Italia. Noi non ci stiamo. La salute non ha colore politico, io sono apartitica: voglio solo giustizia, che non è giustizialismo, voglio giustizia e risposte per le figlie di Serafino e per le nuove generazioni, perché abbiamo scelto di rimanere in Calabria, ma abbiamo bisogno dell'appoggio di tutti voi perché si dica no al silenzio e all'indifferenza».  Una delegazione di manifestanti è stata anche ricevuta dal prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, al quale ha consegnato un documento con le motivazioni alla base della protesta.

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