Consultori, mozione di Bruni per dire no agli antiabortisti
CATANZARO - «Una mozione finalizzata a manifestare il proprio dissenso alla legge che prevede la presenza di associazioni antiabortiste nei consultori, stimolare un dibattito nelle sedi competenti, a partire dalla Conferenza delle Regioni e soprattutto chiedere alla Regione Calabria di non applicare la norma prevista». Questo è il contenuto dell’atto, depositato all’attenzione del presidente della Regione, che porta la firma della consigliera regionale del Pd, e vice presidente della commissione Sanità, Amalia Bruni, che ha raccolto le istanze della Conferenza regionale delle Democratiche. «Il 23 aprile, il Senato ha approvato un emendamento che permette alle associazioni antiabortiste di operare nei consultori familiari. L’emendamento prevede che le Regioni possano coinvolgere soggetti del Terzo settore nel sostegno alla maternità, senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica: questo potrebbe limitare il diritto delle donne all’autodeterminazione, aumentando gli ostacoli all’accesso all’Interruzione volontaria di gravidanza. I soggetti antiabortisti non sono professionisti sanitari ma volontari con orientamenti ideologici, che potrebbero esercitare pressioni psicologiche e fornire consulenze fuorvianti». Con la mozione si chiede al presidente Occhiuto di «esprimere il proprio dissenso nelle sedi competenti; di non esercitare la facoltà di coinvolgere tali soggetti nei Servizi Consultoriali, e di rafforzare l’investimento nei consultori familiari nonostante il sottofinanziamento statale». Bruni sollecita inoltre il presidente Occhiuto a «garantire la presenza di medici non obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche calabresi per un accesso tempestivo all’Ivg».
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