Cosenza, Femin chiede di potenziare Ginecologia

COSENZA - «Mesi fa abbiamo denunciato la situazione dell’ospedale di Cosenza per quanto riguarda il reparto di Ginecologia e Ostetricia. Tra le gravi criticità, non c’è soltanto la negazione del diritto all’aborto e la violenza ostetrica consequenziale - soprattutto ma non solo - alla mancanza di anestesisti, la principale emergenza era ed è tutt’ora la materiale mancanza di personale». Lo denuncia di Fem.In., gruppo di attiviste cosentine. «Come può uno dei reparti con maggiore utenza in Calabria continuare ad andare avanti con solo undici dirigenti medici? Lo abbiamo domandato tanto al primario del reparto di Ginecologia, che si batte per ampliare gli spazi dello stesso ma non per avere più personale, che alla dirigente amministrativa dell’Ao, ed anche al commissario straordinario dell’Annunziata De Salazar - continua Fem.In. - In questi giorni le vicende legali sul reparto di Ginecologia e Ostetricia ritornano alla ribalta a causa di un’infinita querelle giudiziaria legata ad un ricorso. Eppure, proprio a Cosenza, al netto delle procedure concorsuali gravemente bloccate, il problema è atavico. Da oltre un anno un reparto con un bacino d’utenza di circa 90 comuni, sta in piedi con solo undici ginecologi/ginecologhe - ribadiscono le attiviste - In questa situazione, non solo il commissario alla Sanità e il dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria non battono ciglio, anche gli stessi e le stesse dirigenti dell’Ao si sentono in diritto di non trovare una soluzione perché tanto un concorso è stato già espletato. Il risultato, come sempre, ricade su di noi. Da oltre un anno il nostro diritto alla salute - conclude il gruppo - è ulteriormente minacciato, molto più di prima.. Se questa è la situazione a Cosenza, ci teniamo a non dimenticare quella su Corigliano-Rossano, dove il personale medico ormai da mesi si è ridotto a quattro unità rispetto alle otto minime. De Salazar, Occhiuto, Stanganelli e Fantozzi diano risposte».