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Medicina a Crotone, i dubbi del docente Donato





CATANZARO - Lettera aperta di Valerio Donato docente dell’Università Magna Graecia di Catanzaro e consigliere comunale del capoluogo al Rettore dell’Umg Giovanni Cuda sull’istituzione a Crotone di un Corso Intrateneo. «Apprendo dai mezzi di comunicazione di massa – scrive Donato - che l’Umg e l’Unical hanno intenzione di avviare un polo didattico un ulteriore corso di Medicina. Non Ti nascondo che non riesco, nonostante gli sforzi consentiti dalle mie limitate capacità, a coglierne il senso; ad individuare ragioni e benefici sufficienti per giustificare tale decisione, guardando agli interessi dei soggetti coinvolti. L’istituzione di una sede universitaria è, come Ti è noto, una impresa ambiziosa, la quale si prefigge la formazione di intellettuali, professionisti e scienziati, [ma] quale risultato non già di una “qualunque” attività. Soltanto un siffatto processo virtuoso - prosegue - è capace davvero di contribuire allo sviluppo del territorio, il quale potrà beneficiare di un “indotto” socio-culturale ed economico di notevole importanza. La istituzione di un corso distaccato è, decisamente, inidoneo a promuovere un tale “progresso”, là dove, pur essendo capace di moltiplicare le occasioni di docenza, rappresenta “soltanto” uno “sportello” didattico secondo modelli che spesso in Italia sono stati forieri di una offerta didattica inadeguata. Le città sede di un “polo didattico non saranno certamente destinatarie dei benefici che di norma conseguono ad una istituzione universitaria; le città che ospitano la sede “principale” dei corsi sono destinate a subire una deminutio, conseguente a minori flussi e minore “centralità”, secondo un modello esattamente opposto a quello di cui ha bisogno il territorio calabrese». Nella missiva Donato rileva: «Come abbiamo entrambi sostenuto in occasione della fatidica istituzione del corso di Medicina presso Unical, il numero dei posti messi a disposizione per la formazione di nuovo personale sanitario può sicuramente essere assicurato nella sede centrale, con migliori performance degli studenti e dei territori ospitanti; come non Ti sarà difficile riconoscere, gli aspiranti medici possono godere di una [certamente] più solida formazione “vivendo” quotidianamente una vera e propria Comunità scientifica, della sua Sapienza e di attrezzature di avanguardia; vale a dire di un vero e proprio sistema didattico difficilmente ripetibile, in breve tempo – e soprattutto con le esigue risorse messe a disposizione dell’Università e della Sanità calabresi – in una sede distaccata. Se fosse davvero una decisione virtuosa sarebbe complicato comprendere perché non istituire altri [medesimi] corsi di studi nelle maggiori cittadine calabresi, in ragione del numero di abitanti: Reggio Calabria, Vibo Valentia, Rossano-Corigliano, Lamezia Terme. Donato sottopone a Cuda la necessità di un ripensamento; e «l’esigenza che una decisione così importante sia oggetto di una più ampia discussione con tutte le istituzioni e i rappresentanti delle comunità coinvolte».

 

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