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Reti oncologiche, Calabria fra le regioni con processi inefficaci

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 21 dic 2023
  • Tempo di lettura: 1 min



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ROMA - Reti oncologiche di alto livello in 5 regioni (Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte/Valle d'Aosta, Veneto e Liguria), mentre in altre il raggiungimento della performance di esito è legato maggiormente alla produttività di singoli centri che avocano a sé elevata capacità produttiva e soddisfacimento della domanda interna ed esterna alla rete ma, dunque, con la necessità di implementare un'efficace sistema di rete (Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Lazio). È quanto emerge dalla Quinta indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali, condotta da Agenas. Il monitoraggio è stato eseguito sulla base del questionario - disponibile online sul sito istituzionale Agenas e auto dichiarato da Regioni e P.A. - nonché da una serie di indicatori riguardanti le sette patologie oncologiche maggiori (mammella, colon, retto, polmone, prostata, ovaio ed utero) riferiti all'anno 2022. Da osservare, si legge nel rapporto, inoltre, il progresso di alcune Regioni/PA (Campania, Puglia, Sicilia, Marche, PA di Trento e PA di Bolzano) che essendo partite da una riorganizzazione della rete stanno mostrando un crescente impatto favorevole sugli esiti.

Infine, rimangono da supportare nella definizione della rete e nella sua successiva crescita le Regioni (Calabria, Molise, Sardegna, Umbria, Basilicata e Abruzzo) in cui appare evidente dalla mobilità, dall'indice di fuga e dalla scarsa risposta al soddisfacimento della domanda dei pazienti residenti in Regione, l'inefficacia dei processi di base della rete.

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