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Rilevatori, per Iemma (Pd) è fumo negli occhi



CATANZARO - «L’ultima trovata del presidente Occhiuto sul reclutamento di 80 rilevatori laureati che, per tre mesi, andranno in giro negli ospedali della regione ha il sapore dell’ennesimo tentativo di gettare fumo negli occhi dei calabresi su un argomento, come la sanità, che richiede ben altro tipo di politiche per invertire veramente la rotta». È quanto afferma la vice sindaca e presidente dell’assemblea regionale del Partito democratico, Giusy Iemma.

«Dopo la telenovela dei medici cubani, che almeno rappresentavano forza lavoro, adesso è arrivata la chiamata di giovani sentinelle che dovranno muoversi, a spese della Regione, tra le corsie per annotare le cose buone e le cose meno buone. Un’iniziativa etichettata dal Governatore come utile per “umanizzare la sanità calabrese”, ma non si riesce ad intravedere alcun riflesso concreto sul modo in cui orientare gli interventi politici rispetto a quanto già offerto da autorevoli report in materia», scrive ancora Iemma.

«Basta leggere l’ultimo pubblicato da Agenas per capire le criticità in cui versano, purtroppo, la maggior parte dei presidi calabresi, ma anche gli aspetti positivi che meritano di essere valorizzati, a partire dalle tante professionalità che lavorano nei nostri reparti. Non occorre una specie di “controllo di vicinato” degli ospedali, ma misure e programmi concreti con cui investire sulle risorse umane, incoraggiarle a fare sempre meglio, rendendo più attrattivo il servizio pubblico rispetto al privato, dando loro più mezzi e strumenti per operare in maniera adeguata», si rimarca ancora nella nota. «Gli operatori della sanità lavorano a mani nude, questo è l’unico dato certo: ci aspettiamo, dunque, che venga rispettata in modo prioritario la loro dignità di lavoratori per tutelare il bene più grande di tutti, la salute. Dal Governatore Occhiuto si continuano, invece, a vedere solo interventi spot, senza una visione a lungo termine e che non ci fanno intravedere la luce fuori dal tunnel del lungo commissariamento della nostra sanità, che vive di proroghe su proroghe. La politica regionale è chiamata ad interventi di ben altro respiro, se si vogliono davvero cambiare le cose per il bene di tutti, pazienti, medici e operatori sanitari».

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