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Vaccini antinfluenzali, in Calabria arriveranno in ritardo


ROMA - A pochi giorni dalla partenza della campagna vaccinale contro l’influenza, «l’unica regione che ha iniziato la distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia è la Campania, che sarà seguita dalla regione Lazio a partire dal 5 ottobre». Lo afferma Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), che aggiunge: «stiamo andando a rilento e questo può pesare sulla capacità di programmare una vaccinazione». Il vaccino antinfluenzale va ripetuto annualmente e le dosi ordinate dalle regioni quest’anno sono state 19 milioni, superando il record di 17 milioni del 2020/21. «Il fatto che lo scorso anno non abbiamo avuto la circolazione dell’influenza – spiega Scotti – quest’anno potrebbe diventare un elemento che sfavorisce: perché abbiamo una popolazione più allargata di persone

che non hanno avuto contatto con la varianti circolanti nella stagione precedente, che saranno in parte presenti anche in questa. Questo amplia la platea dei vulnerabili». Farlo è importante per ridurre il rischio di una doppia epidemia Covid e influenza, e iniziare prima la somministrazione fa la differenza perché aumenta il tempo a disposizione per scaglionare gli appuntamenti. Per questo, a seguito della pandemia Covid, le indicazioni del Ministero della Salute, sin dall’anno scorso sono quelle di cominciare la campagna vaccinale a partire dall’inizio ottobre, invece che a metà mese, come accadeva in epoca pre-pandemica. «Questo, però – sottolinea Scotti – succederà solo in una manciata di regioni. Secondo la ricognizione della Fimmg, infatti, le forniture arriveranno il 12 ottobre in Basilicata; in Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Umbria e Pa di Bolzano dopo il 15; in Valle d’Aosta il 18; nelle Marche dopo il 20; in Emilia Romagna, Calabria e Sicilia dal 25 ottobre; in Toscana ai primi di novembre. Mentre ai medici delle restanti regioni non è stato comunicato nulla». Se le forniture arrivano in ritardo, aggiunge, «è più difficile raggiungere gli obiettivi di copertura nelle popolazioni a rischio, come anziani e pazienti con malattie concomitanti, perché si accorcia il periodo utile per la somministrazione». Lavoro non di poco conto se si considera che ogni medico di famiglia ha in media 1.200 assistiti. «La cosa positiva – conclude Scotti – è l’arrivo della circolare ministeriale che ci permetterà di somministrare insieme i vaccini contro il Sars-Cov-2 e influenza». Un via libera molto atteso, considerando che da questo autunno, per la prima volta, i medici si troveranno a fare tre diversi tipi di vaccini: quelli per l’influenza, quelli per il Covid, incluse prime, seconde e terze dosi, e quelli contro lo pneumococco, «molto importante per gli anziani perché permette di evitare alcuni tipi di polmoniti batteriche».



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