Zona disagiata, nuovo appello di Occhiuto
COSENZA – Bene i cubani «altrimenti avrei dovuto chiudere ospedali e pronto soccorso» ma per ripopolare la Calabria di medici c’è bisogno «dell’aiuto del governo». Sono le dichiarazioni di Roberto Occhiuto in una intervista a Radio 24. I cubani «sono stati apprezzati sia dai loro colleghi italiani che dai pazienti. Lavorano con grande abnegazione, in alcuni ospedali hanno persino riparato alcune attrezzature e hanno scelto di lavorare anche oltre il loro orario. Questo mi ha consentito di abbattere le liste d’attesa perché hanno si sono occupati di smaltirle». Tutto questo «mentre stiamo procedendo comunque alle assunzioni attraverso i concorsi. Molto difficili perché è difficile reclutare medici in Italia, ancor di più lo è in regioni come la Calabria. La Calabria negli anni passati veniva raccontata come una regione che aveva una contabilità orale. Ho riconciliato i conti della sanità, ho chiuso i bilanci su tutte le aziende e ho verificato che la Calabria in questo momento non ha un debito mostruoso e invece ha un avanzo di amministrazione. Abbiamo risorse da spendere per erogare i servizi, il problema è di poter avere delle leve diverse per il reclutamento. Perché un giovane specializzato dovrebbe scegliere di andare a lavorare a Locri a Polistena a Melito Porto Salvo mentre alcune regioni del Nord addirittura pagano la casa ai medici che vanno a lavorare lì? Ho chiesto al governo di fare con i medici quello che si fa con i magistrati. Quando un magistrato viene in Calabria giustamente viene dato qualche vantaggio ulteriore in termini economici, di carriera. Questo perché lavorare in Calabria equivale a lavorare in regione disagiata». Io ho necessità che ci sia l’impegno del governo affinché in Calabria vengano i migliori».
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