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Vaccini, copertura salita ma non basta


ROMA - La copertura vaccinale, secondo gli ultimi dati disponibili, è migliorata in tutta Italia ma la metà della regioni è ancora sotto la soglia considerata di sicurezza. Secondo i dati, aggiornati a dicembre 2017, relativi ai primi 6 mesi dopo l’entrata in vigore della legge Lorenzin sull'obbligo vaccinale per la frequenza a scuola, la maggior parte delle regioni, 11 su 21, raggiunge l’obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente, ovvero quello che protegge contro malattie gravissime come polio, difterite e tetano. Ma la copertura a livello nazionale resta leggermente al di sotto di questa soglia. Crescono complessivamente ancora di più le vaccinazioni contro il morbillo, di oltre il 4%, ma solo una regione, il Lazio, supera il 95% di bimbi immunizzati. Si registra dunque un sensibile aumento per tutti i vaccini, sia per quelli obbligatori che non. In particolare la copertura contro la polio è aumentata del +1,21% rispetto al 2016 e si attesta al 94,5% a livello nazionale. La metà delle regioni resta tuttavia sotto la soglia di sicurezza del 95% di immunizzati, ovvero la soglia minima per proteggere dalla malattia anche chi il vaccino non può farlo per motivi di salute o di età. Inoltre, come conseguenza delle inadeguate coperture vaccinali nei confronti del morbillo, nel corso del 2017 il nostro Paese è stato interessato da una estesa epidemia di questa malattia, che può causare complicanze gravissime. Il 2017, infatti, ha fatto registrare in Italia 5.000 casi di morbillo, di cui 300 tra operatori sanitari, e 4 decessi. Le vaccinazioni, commenta il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Gianni Rezza, «sono quindi fondamentale e va raggiunta la copertura per assicurare la cosiddetta immunità di gregge, ciò considerando che sono migliaia, circa 10mila, anche se non c'è una stima precisa, i bambini italiani immunodepressi o con patologie e che, per questo, non possono essere vaccinati. Si mette a rischio soprattutto loro, per il pericolo che altri bambini non vaccinati - conclude - possano divenire vettori di malattie per questa fascia più debole».

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