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Una mamma: mio figlio allucinato dal crack, non vivo più


ROMA - “Vivere con un figlio dipendente dal crack è non vivere”. La mamma di un uomo di 40 anni racconta alla comunità di San Patrignano la sua storia. Solo qualche giorno fa due gravi fatti di cronaca hanno preceduto la testimonianza: a Ivrea un ragazzo, in preda alle allucinazioni dopo l’assunzione di crack, si è buttato dal quinto piano del palazzo dove viveva con la madre, il giorno prima era stato dimesso dall'ospedale. A Torino una mamma è stata violentata per ore dal figlio dipendente dal crack. Una droga con effetti decisamente devastanti.

I due episodi, spiega San Patrignano, "non sono altro che la spia, ma ancor più la deriva, di una situazione che esiste e si diffonde sempre di più tra i nostri giovani. Perché il crack costa poco, si trova facilmente, e si 'cucina' in casa ricavandolo dalla cocaina, che è la droga più diffusa insieme alla cannabis. Attualmente, secondo i nostri dati, dei 1.359 ospiti presenti in comunità, 1.047 sono entrati per la dipendenza da cocaina nei suoi diversi usi: inalatorio e iniettivo; 18.111 dei 26.000 accolti in questi 40 anni (dal 1978) hanno avuto questa dipendenza. L’età più bassa di assunzione è 14 anni, la più alta 39".

La mamma raccontando la storia del figlio a San Patrignano riferisce degli effetti prodotti dal crack, cui, suo malgrado, ha dovuto assistere: "paranoie, allucinazioni visive e uditive". Effetti che "rendono mio figlio simile ad un malato psichiatrico. Se non fosse che non viene considerato tale dalla sanità e non c'è verso di riuscirlo a ricoverare. Le forze dell’ordine intervengono - aggiunge la mamma - ma non possono fare niente se non è avvenuta violenza".

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