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Decreto Calabria, la Boldrini non ci sta

ROMA - «Il decreto appena approvato dalla

maggioranza in Senato è uno spot, un mero piano di rientro per

la Regione Calabria, che non servirà a risanare la sanità per i

cittadini calabresi. In più, le norme generali sul personale,

che dovevano essere oggetto di un altro decreto, sono

discriminatorie e non risolvono l’emergenza della mancanza di

medici nel servizio sanitario nazionale che si acuisce ancor di

più con quota 100». Lo dice la senatrice Paola Boldrini,

capogruppo del Pd nella Commissione Sanità. 

«Le norme per la sanità calabrese - prosegue Boldrini - con

un sistema complesso di commissari, pericolose deroghe alle

procedure di nomina e solo 18 mesi a disposizione, non

consentiranno di rimettere in sesto il sistema per garantire

anche ai calabresi i livelli essenziali di assistenza. Il capo 2

è poi un decreto nel decreto. Prevede l’assunzione nel sistema

sanitario nazionale dei medici specializzandi all’ultimo anno a

svantaggio del servizio e dei medici che hanno già maturato

esperienza. Non vengono affrontate le questioni delle assunzioni

nell’emergenza-urgenza per il buon il buon funzionamento dei

Pronto Soccorso e neanche quella annosa dell’ampliamento dei

posti nelle scuole di specializzazione, necessaria per sopperire

alla carenza di personale nel Ssn per l’emergenza, che si andrà

aggravando, a scapito della salute di tutti i cittadini».

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