Oliverio invita i sindaci alla mobilitazione

CATANZARO - Non è più possibile tollerare oltre questo stato di cose nella sanita’ calabrese”. Lo ha detto il presidente della Regione, Mario Oliverio, nel corso di un incontro nella sede della Giunta con i sindaci calabresi sul tema dei borghi. “Vi propongo – ha detto il governatore rivolgendosi ai primi cittadini presenti – di far partire da qui un forte allarme per una situazione che è diventata davvero drammatica. Se le cose non cambieranno invito tutti i sindaci e i Comuni alla mobilitazione. Noi dobbiamo guardare all’interesse della Calabria. Non chiediamo né poltrone ne’ incarichi, ma provvedimenti urgenti e tempestivi perché nella sanità calabrese si determini una svolta. Chiediamo – ha sostenuto Oliverio – che si sblocchino immediatamente le assunzioni di medici e paramedici, nella nostra sanità mancano quattromila unità, e chiediamo che si assumano provvedimenti urgenti per investire nella sanità calabrese e perché i cittadini calabresi si possano curare”. Oliverio, nel corso del suo intervento, è tornato a parlare del Decreto Calabria: “Quello che è avvenuto con il decreto sanità ‘salva Calabria’ è un atto grave. Mi sono presentato anche nella Commissione attinente per battermi contro questa scelta scellerata. Nel decreto Calabria sono state compiute scelte che non hanno con la salvezza della sanità calabrese ed i conti cominciano a tornare. Non è stato assunto nessun provvedimento per quanto riguarda lo sblocco delle assunzioni di personale medico e paramedico. La parte che riguarda lo sblocco delle assunzioni, paradossalmente, riguarda le regioni di Lombardia e Veneto poiché si lega ad una misura che quella che riguarda il 5% del bilancio del precedente anno cosa che per una regione come la Calabria con il piano di rientro non esiste, esiste il contrario. Nessun provvedimento per quanto riguarda gli investimenti. Inoltre vi è una norma che caccia il potere di nomina di dg alla regione e lo riporta al governo. Per salvare la faccia dal punto di vista della Costituzionalità del decreto hanno messo il passaggio della nomina dei dg “il Governo di intesa con la Regione”. In sede di audizione, il decreto era ancora in esame al Parlamento, ho dichiarato che non ero interessato a intese per nomine ero interessato allo sblocco delle assunzioni, agli investimenti di risorse da destinare ai settori della sanità. Niente di tutto questo è stato accettato. Oggi siamo nella situazione in cui le aziende sanitarie, dopo oltre tre mesi, non essendosi messi d’accordo sui nomi, sono prive di direttori generali. È una vergogna, è una situazione inaccettabile! Mi auguro che il nuovo Governo, se si farà un Governo giallorosso, revochi immediatamente questo decreto ed affronti norme che vadano nel senso opposto alle norme imposte dal governo gialloverde su proposta di questo Ministro della sanità che ha determinato una condizione di disastro. Mi assumo la responsabilità di ciò che ho appena detto. Se ciò non dovesse avvenire, ci sarà un secondo tempo che la Calabria ed io in prima persona non accetterò mai e non ci saranno bandiere di partito a fermarmi su questo punto. Prima di tutto la Calabria che in questi anni ha subito, ha subito le conseguenze disastrose di questo governo centralistico che non so perché. Anzi, so benissimo il perché: per difendere interessi non concilianti e non compatibili con gli interessi dei calabresi e della nostra regione. Quindi io da qui vi propongo di far partire una forte richiesta, un forte allarme perché la situazione è davvero drammatica e se questo non servirà allora propongo una mobilitazione con i sindaci insieme alla Regione. Perché dobbiamo guardare agli interessi della Calabria. Dico questo perché stanno sorgendo tutti i limiti che questo commissariamento e soprattutto questo decreto sta facendo. La più grande azienda sanitaria, quella di Cosenza, è in una grande situazione di disperazione, di confusione. Si chiudono servizi: la vicenda di Cetraro, di Soverato sono solo alcuni esempi scoppiati quest’estate. Sono situazioni che stanno creando il panico”.