Cosenza, si dimette la commissaria Saitta

COSENZA - Si è dimessa Daniela Saitta,
commissaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. A
darne notizia, in un comunicato, è il deputato del Movimento 5
stelle Francesco Sapia, componente della Commissione Sanità.
«Le dimissioni di Daniela Saitta da commissaria dell’Asp di
Cosenza - sostiene Sapia - sono il frutto di una mia battaglia
serratissima di diverse settimane. Con la collega Dalila Nesci
ne avevo contestato la nomina, proposta dal commissario Saverio
Cotticelli e decretata dal ministro Roberto Speranza benché la
prescelta non avesse esperienza in materia di organizzazione e
gestione sanitaria, che é richiesta invece dalla legge. In tutta
fretta Saitta si era fatta la segreteria direzionale ricorrendo
a professionisti esterni e senza considerare il potenziale danno
erariale correlato. Subito dopo la commissaria aveva dato un
incarico di consulenza alla figlia, sia pure a proprie spese,
quale collaboratrice del suo studio di commercialista, come se
l'Asp coincidesse con il proprio ufficio privato».
«Avevo denunciato queste vicende - prosegue il deputato M5s -
in diversi atti parlamentari e addirittura minacciato di
lasciare il gruppo del Movimento 5 Stelle nel caso in cui non
fossi stato ascoltato. Alla fine ho avuto ragione, anche se le
dimissioni di Saitta sanno di rimedio di facciata. Infatti
questo finale non solleva i commissari governativi Cotticelli e
Crocco dalle loro responsabilità, per le quali ho presentato
un’interrogazione specifica, chiedendo che siano sostituiti per
la loro inerzia, che ai calabresi costa oltre 250 milioni
all’anno. Ora bisogna imporre la politica seria e coscienziosa,
superando la gestione del piano di rientro dal disavanzo
sanitario targata Cotticelli e Crocco e scegliendo, per la guida
dell’Asp di Cosenza, una figura capace intanto di imporre
rigore, a cominciare dalla vicenda della restituzione dei 4
milioni che il gruppo iGreco deve all’azienda e dalla rimozione
del direttore del 118 aziendale, che per legge non può mantenere
quell'incarico, rispetto al quale Cotticelli e Crocco sono
rimasti immobili nonostante le mie puntuali osservazioni».