S. Rita, calore per gli anziani nell’Alto Marchesato
MESORACA – E’ l’anziano la figura più importante nella residenza sanitaria assistenziale Santa Rita. Nel cuore dell’Alto Marchesato, a Mesoraca, la struttura (attualmente al completo) è in grado di ospitare 60 anziani con patologie che determinano un elevato grado di non autosufficienza. Sono 65 i dipendenti tra medici, infermieri, specialisti, operatori socio-sanitari, ausiliari, fisioterapisti, manutentori, autisti e personale amministrativo.
“Ciò che contraddistingue la Rsa Santa Rita – spiega Giuseppe Ferrazzo, presidente del Cda nonché legale rappresentante - sono certamente le modalità di gestione dell’anziano; l’anziano è la figura più importante della struttura, è considerato una risorsa umana da tutelare il più a lungo possibile. Li definiamo “i nostri nonni” perché cerchiamo di trasmettere loro il calore e l’affetto familiare che avrebbero avuto nelle loro case”.
Con l’espandersi del Covid – 19, la struttura già da metà febbraio ha attuato una serie di misure per evitare la diffusione del virus: riduzione delle visite dei parenti, entrate scaglionate e con orari diversi dei dipendenti, controlli preventivi durante gli accessi alla clinica attraverso operazioni di misurazione della temperatura corporea con relativa annotazione su un apposito registro, adeguata formazione del personale al fine di una corretta adozione delle precauzioni da adottare; dotazione di tutti i dispositivi necessari per garantire la protezione personale e degli ospiti (igienizzanti, guanti, mascherine), nonché, con cadenza periodica, disinfezione e sanificazione degli ambienti interni ed esterni.
Man mano che l’emergenza è aumentata (a partire dal 24 febbraio), si sono adottate ulteriori misure restrittive: blocco totale delle visite dei parenti (tranne in casi eccezionali e preventivamente autorizzati dalla direzione sanitaria).
A tal proposito, la clinica si è dotata di tablet e smartphone per garantire comunque possibilità di comunicazione tra gli ospiti e i rispettivi parenti; ed è costante il monitoraggio dei dipendenti con particolare attenzione alle loro abitudini e alla sensibilizzazione volta a evitare uscite dalle abitazioni eccetto quelle per recarsi sul posto di lavoro. Inoltre, sono state individuate le attività non indispensabili e si sono ridotte le attività amministrative concentrandole in poche ore al giorno per un minimo di personale. Ciò ha permesso di evitare qualsiasi assembramento. E ancora è stato disposto il blocco dell’accesso ai fornitori mediante una gestione delle consegne con un programma con orari stabiliti e concordati nei locali adibiti a magazzino, il controllo della temperatura corporea, l’utilizzo corretto dei dispostivi di sicurezza, le dichiarazioni di provenienza (al fine di verificare la provenienza da zone cosiddette focolai).
Durante questa fase, non si è trascurato l’impatto economico delle misure sul personale; infatti, per il periodo dal 24 febbraio al 31 marzo, agli operatori in attività sono stati concessi tutti gli aiuti previsti dalla normativa mentre a quello sospeso si sono state concesse ferie e addirittura in alcuni casi anticipi di ferie.
“Purtroppo, siamo in presenza di un nemico “invisibile” e non sempre, nonostante le misure adottate (a volte anticipando anche le disposizioni di legge), si riesce a contrastarlo.
Certamente, i comportamenti attuati in questo periodo dal personale, che ha dimostrato grande coraggio e senso di responsabilità verso i nostri “nonni”, ovvero verso quelle persone che attualmente sono le principali vittime dell’epidemia, ha consentito di evitare l’entrata del virus in struttura, almeno per il momento – osserva Ferrazzo - Essendo l’obiettivo principale quello di garantire il benessere degli anziani, nonostante i numerosi tagli effettuati della sanità, anche in seguito alla riduzione dei cosiddetti “requisiti organizzativi” ossia la riduzione del personale, la nostra struttura ha sempre mantenuto (con notevoli sforzi finanziari) gli stessi standard organizzativi. Questo – conclude - ci ha sicuramente permesso di garantire elevati standard di igiene, sicurezza e servizio per i nostri “nonni” garantendo loro una confortevole permanenza in struttura”
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