Catanzaro, la Consulta boccia la legge regionale sull'integrazione ospedaliera
CATANZARO - La Corte costituzionale, accogliendo l’impugnazione del Governo, ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 9, commi 1, 2, 3, 4 e 5, della legge regionale 1 del 30 aprile 2020, relativa all’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. La Consulta ha censurato, tra l'altro, le norme regionali sull’integrazione tra le due aziende perché «violano principi fondamentali in materia di “tutela della salute” posti dalle disposizioni statali evocate come parametri interposti» ritenendo che la formulazione delle disposizioni impugnate «attesta in modo inequivoco che si è in presenza di una fusione realizzata tramite la costituzione di una nuova Azienda ospedaliera Universitaria e non già attraverso l’incorporazione della azienda ospedaliera nella preesistente Aou catanzarese. Difatti - scrivono i giudici costituzionali - il previsto subentro nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ad entrambe le preesistenti aziende ospedaliere non risulta compatibile con un processo di “integrazione” attraverso la fusione per incorporazione, che riguarderebbe solo l’azienda incorporata». I deputati M5S Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela osservano che «Di quella legge la Corte costituzionale ha censurato aspetti che avevamo già contestato con forza – è detto in un comunicato - sul piano tecnico e politico. Il governo ricorse all’impugnazione su nostra iniziativa. Oggi i fatti ci danno ragione, ma si è perso troppo tempo. La struttura commissariale deve risolvere in via definitiva la questione del protocollo d’intesa tra la Regione e l’Università di Catanzaro»
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