Medicina di prossimità, in Calabria mancano 350 medici
- Uneba Calabria
- 17 ore fa
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CATANZARO - «Parlare di medicina di prossimità non può significare semplicemente costruire nuove strutture, come le Case della Comunità, se queste non sono accompagnate da servizi reali, professionisti presenti e una rete funzionante». A dirlo Mariaelena Senese e Walter Bloise, rispettivamente Segretaria generale della Uil Calabria e Segretario generale della Uil Fpl Calabria. «Riteniamo fondamentale concentrare l’attenzione su ciò che davvero garantisce accesso, continuità e diritto alla salute nei territori: i medici di medicina generale, i consultori familiari, i poliambulatori territoriali e le guardie mediche. Questi presìdi, se messi in condizione di funzionare, sono il vero volto della medicina di prossimità» continuano. Ad oggi invece in Calabria mancano – spiegano – oltre 350 medici di medicina generale, abbiamo un consultorio ogni 35mila abitanti (e non ogni 20mila) e spesso sono contenitori vuoti, il tasso di scopertura degli infermieri sul territorio calabrese supera il 30% rispetto agli standard previsti. «Serve una svolta vera – proseguono – non una medicina di prossimità fatta di muri, ma una rete pubblica che funzioni davvero, con professionisti assunti, formati, presenti, valorizzati e meglio retribuiti. La sanità territoriale deve essere il cuore pulsante del sistema pubblico, e non un’appendice residuale».
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