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Corte dei Conti, bacchettate alle Asp per la mala gestio del debito


CATANZARO - "Una ricorrente fattispecie dannosa tipica espressione di mala gestio si verifica nelle Aziende sanitarie, per i sistematici mancati e/o ritardati pagamenti. Si assiste, in definitiva, ad una lievitazione esponenziale del debito che sfocia, frequentemente, nella nomina di un Commissario ad acta per l'esecuzione delle sentenze di condanna. Tutto ciò determina un incremento del debito, per interessi, spese e anche compensi del Commissario ad acta, che costituiscono danno erariale". E’ quanto ha affermato nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore regionale della Corte dei Conti presso la Sezione giurisdizionale della Calabria Maria Rachele Anita Aronica.

"Un’altra pratica diffusa e collegata alla prima (per la mancanza di liquidità che ne consegue) - ha aggiunto - è quella del ricorso, anche questo sistematico, alle anticipazioni tesoreria (liquidità), che sono nella sostanza debiti e che producono spese ultronee per interessi e compensi sull'anticipazione. Il quadro è sconfortante stante il noto disavanzo in cui versa la Sanità calabrese e che difficilmente potrà rientrare se non si pone fine a questo modus operandi nella gestione del debito. Tutto ciò in disparte l’altro triste fenomeno, quello dei doppi pagamenti che a volte si concretizza attraverso la duplice richiesta del cedente (originario debitore) e del cessionario, senza che la Asp opponga l’avvenuto adempimento".

Per il procuratore regionale "il debito ingiustificato è un mostro che sta divorando la Sanità a danno dei cittadini e dei contribuenti e che determina, inevitabilmente, sottrazione di risorse alla cura della Salute".

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