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Crotone, Atto aziendale Asp contestato dai sindacati

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 27 ago
  • Tempo di lettura: 2 min
Monica Calamai
Monica Calamai

CROTONE - L'Atto aziendale dell'Asp di Crotone, attualmente in fase di approvazione, è duramente contestato da diverse sigle sindacali: Cgil Fp, Fials, Fvm, Sinafo e Anaao-Assomed. Le contestazioni sono contenute in una nota congiunta, nella quale le sigle sindacali denunciano una serie di «gravi criticità» che renderebbero il documento «non conforme ai principi normativi, assistenziali, economici e di trasparenza». Le obiezioni sollevate dalle organizzazioni sindacali toccano diversi aspetti, dal riassetto dei dipartimenti alla gestione dei servizi specialistici. Per Cgil Fp, Fials, Fvm, Sinafo e Anaao-Assomed con la riorganizzazione dipartimentale proposta nel nuovo atto a firma Monica Calamai, ci sarebbero dipartimenti e servizi a rischio. A loro parere, infatti, l’Atto in questione non rispetterebbe i criteri di «omogeneità funzionale e specialistica», violando le normative nazionali e regionali. Come si evidenzia nella nota delle sigle sindacali l’impostazione che si vorrebbe dare «ostacola una programmazione integrata e una gestione efficace».  I sindacati, poi, entrano nello specifico elencando i vari punti tra i più critici, evidenziando, in particolare, la mancata valorizzazione di servizi fondamentali per la sanità crotonese. A partire dalla unità operativa complessa di Medicina Nucleare, che viene riproposta nel documento, nonostante sia chiusa da circa sei anni, costringendo i malati oncologici a spostarsi in altre province o a rivolgersi a strutture private, con gravi disagi. Da ciò la richiesta dell'immediata riattivazione. Per la fisiopatologia respiratoria, le sigle rimarcano che nonostante sostenga la diagnostica ospedaliera e territoriale con oltre 500 polisonnografie e più di 4.000 pazienti ventilati all'anno, e sia un referente regionale per la Telemedicina, il servizio non viene adeguatamente valorizzato. Quanto a Angiologia, servizio, che fornisce circa 8.100 prestazioni in sei mesi e opera a livello interprovinciale, è per i sindacati «fortemente sottodimensionato» con il rischio concreto di chiusura per la mancanza di personale e di una sua adeguata classificazione all'interno del nuovo atto. Non va meglio per malattie infettive, dove, nonostante gli investimenti e il ruolo cruciale durante la pandemia di Covid-19, la struttura resta declassata a Uosd, compromettendo la sua capacità di gestione di patologie complesse. Secondo Cgil Fp, Fials, Fvm, Sinafo e Anaao-Assomed l’Atto aziendale dell’Asp crotonese conterrebbe non solo criticità nei contenuti, ma persino una serie di presunte irregolarità a livello organizzativo e amministrativo. Nel mirino delle organizzazioni sindacali, in primis l'accorpamento delle Farmacie ospedaliere e territoriali, considerato «una grave violazione normativa», che dovrebbe invece prevedere due distinte Uoc.  Segnalano, poi, anche la «costituzione arbitraria» di alcune Uoc e Uosd senza criteri oggettivi e l'esclusione del Cup (Centro unico di prenotazione) dall'organigramma, un "grave errore" che rischia di compromettere la riduzione delle liste d'attesa e la trasparenza economica. A completare il quadro, ben poco idilliaco, che i sindacati fanno del provvedimento, le critiche per presunte «illegittimità giuridiche» riguardo alla figura del direttore del Distretto sanitario, che nel nuovo atto non viene considerato come Unità operativa complessa e viene posto alle dipendenze della Direzione generale, in contrasto con le normative vigenti. Alla luce di tutto ciò i sindacati chiedono con urgenza una revisione complessiva dell'Atto aziendale. Le richieste principali sono: la valorizzazione delle strutture operative e strategiche; l'avvio di un confronto trasparente con sindacati, operatori e stakeholder. Ed ancora, il rispetto delle competenze della Contrattazione decentrata. 

 

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