Eurispes, Calabria agli ultimi posti per prestazioni
ROMA - In un contesto normativo in cui il diritto sociale alla salute si è andato caratterizzando come diritto costituzionale finanziariamente condizionato, i Lea (Livelli essenziali di assistenza) rappresentano la misura della effettività delle prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale. È però evidente come, pur essendo stati i Lea definiti, ridefiniti e aggiornati, sussistano forti disomogeneità regionali nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, oltre che nella effettuazione della spesa da parte dei diversi sistemi sanitari regionali, con la conseguente adozione di volta in volta, da parte dei Governi, di misure straordinarie di affiancamento da parte dello Stato. E’ quanto si legge nel capitolo dedicato alla "Tutela della salute e autonomia regionale differenziata" del Rapporto Italia 2023 Eurispes.
In particolare, in base ai dati elaboratori dall’Osservatorio Gimbe sull'attuazione dei Lea - si legge nel Rapporto - agli ultimi posti della classifica (2010-2019) si trovano Sardegna, Pa di Bolzano, Campania, Calabria. Nel 2020, con riferimento alle tre macroaree di valutazione individuate (area ospedaliera; area prevenzione; area distrettuale), Piemonte, Lombardia, Pa di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Puglia hanno fatto registrare una soglia superiore a 60 punti (considerata soglia di sufficienza) in tutte le macroaree. Liguria, Abruzzo, Molise e Sicilia hanno presentato un punteggio inferiore alla sufficienza in una macroarea, mentre Campania, Basilicata, Valle d’Aosta, Pa di Bolzano e Sardegna sono risultate insufficienti in due macroaree. La Calabria ha presentato un punteggio inferiore alla sufficienza in tutte e tre le macroaree.
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