Giornata mondiale dell'Alzheimer, la consigliera regionale Bruni insiste su prevenzione, ricerca e assistenza
CATANZARO – La Giornata mondiale dell'Alzheimer rappresenta un’occasione per riflettere sulla malattia e rinnovare l’impegno verso la costruzione di un sistema sanitario che metta al centro la persona e la sua qualità di vita. Lo sottolinea la consigliera regionale del Partito democratico e vicepresidente della commissione Sanità, Amalia Bruni, che richiama l'attenzione sull'importanza della prevenzione, della ricerca e di un'assistenza adeguata per fronteggiare questa sfida sanitaria globale. «L'Alzheimer non è solo una malattia, ma una condizione che colpisce in modo trasversale milioni di famiglie in tutto il mondo. I numeri parlano chiaro: più di 55 milioni di persone soffrono di demenza a livello globale, e in Italia si stima che circa 2 milioni di persone convivano con disturbi neurocognitivi, un dato destinato ad aumentare con l'allungamento della vita media», afferma la consigliera Bruni. Nonostante i decenni di ricerca e gli sforzi economici profusi, non esiste ancora un farmaco in grado di modificare in modo significativo il decorso della malattia. Recenti studi hanno esaminato molecole promettenti, tra cui anticorpi monoclonali capaci di rimuovere placche amiloidi nel cervello, ma gli effetti sul rallentamento del declino cognitivo rimangono limitati e accompagnati da potenziali effetti collaterali. «Le istituzioni europee sono state prudenti nell'approvazione di questi farmaci, ma la lotta all'Alzheimer non si ferma. È fondamentale continuare a investire nella ricerca, esplorando nuovi approcci terapeutici, anche sperimentando farmaci già utilizzati per altre patologie che potrebbero rallentare la progressione della malattia», aggiunge la vice presidente della Commissione Sanità. Bruni sottolinea, inoltre, l’importanza della prevenzione: «Uno studio pubblicato su 'The Lancet' ha individuato 14 fattori di rischio modificabili, tra cui diabete, ipertensione, obesità e inquinamento atmosferico. Agire su questi fattori può ridurre o ritardare quasi la metà dei casi di demenza. Questo ci conferma che, oltre alla ricerca, possiamo e dobbiamo puntare sulla prevenzione per proteggere il futuro delle nostre comunità. Un’assistenza adeguata è la base per garantire dignità ai pazienti e sollievo alle famiglie», conclude la consigliera Bruni.
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