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Invecchiamento attivo, i sindacati dei pensionati chiedono la legge


CATANZARO - «In Calabria gli anziani stentano! Quasi il 70 per cento dei pensionati, percepisce una retribuzione mensile molto al di sotto di mille euro al mese. Il welfare regionale si dimostra claudicante e la sanità, oltre che la medicina territoriale sono ancora piene di lacune». Lo affermano Claudia Carlino, segretaria regionale dello Spi Cgil, Cosimo Piscioneri, segretario regionale della Fnp Cisl, Francesco De Biase, segretario regionale della Uil pensionati. «In questo difficile contesto, noi come sindacato dei pensionati di Cgil, Cisl e UIL - aggiungono - siamo anche costretti a registrare, come, dopo un primo dialogo avviato con l’assessore regionale alle Politiche sociali, Tilde Minasi, in merito alla legge regionale n.12 del 2018 sull’invecchiamento attivo, alle promesse non siano susseguiti i fatti. A poco sono servite ad oggi le sollecitazioni formali già presentate rispetto alle quali attendiamo ancora risposta. Il tutto - affermano ancora i segretari regionali dei sindacati dei pensionati - in una terra in cui gli anziani sono l’anello debole. Sono di queste ore i dati diffusi dallo studio “I servizi sociali territoriali: un’analisi per territorio provinciale”, redatto dall’Osservatorio Nazionale sui Servizi Sociali Territoriali del Cnel, realizzato in collaborazione con Istat sul database informativo 2018, che rivelano che la Calabria purtroppo ancora una volta, è agli ultimi posti per la spesa a loro dedicata. In Calabria - proseguono - la legge non è mai di fatto diventata operativa e a tale scopo lo scorso aprile le scriventi sigle sindacali avevano incontrato l’assessore. La riunione si è conclusa con la decisione di istituire una “Commissione Permanente sulle problematiche degli anziani e dei pensionati”, prevista dall’articolo 11 della Legge regionale nr. 12/2018", e propedeutica all’attivazione del provvedimento. Pur avendo ogni sigla comunicato i nominativi dei propri rappresentanti nel nascente organo, da allora nulla si è smosso. Anche il nostro ultimo sollecito in merito all’insediamento della commissione è caduto nel vuoto. La Commissione permanente di contro avrebbe consentito l’apertura, al di là della legge, di un ragionamento sulle carenze che non garantiscono alla terza età la qualità della vita dovuta, privando gli anziani di diritti e servizi, condannandoli spesso all’isolamento, anziché all’inclusione e appesantendone la fragilità. Ancora di più nel caso in cui si sia costretti a sopravvivere con condizioni e risorse economiche esigue. Come sigle di categoria dei pensionati - concludono - chiediamo di essere convocati per l’insediamento della Commissione permanente e che si cominci a lavorare quanto prima ad una legge rimasta per troppo tempo in un cassetto».





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