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Lamezia, il Tdm perplesso per le visite negate





LAMEZIA TERME - Dopo le precisazioni dell’Asp in merito alle visite negate ai familiari del reparto di Medicina dell’ospedale di Lamezia («per tutelare i degenti» ha spiegato l’Asp) segnalate da Fiore Isabella, responsabile del Tdm (Tribunale per i diritti del malato) con una lettera indirizzata al primario del reparto Medicina dell'ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, per maggiore chiarezza, lo stesso Isabella ripropone i due interrogativi posti al primario del reparto di medicina, ai quali l’Asp «non si fa alcun cenno» rileva Isabella. «Quali problemi, in questa fase post pandemica, richiedono misure così ostative come quelle in atto, a parte la delicatezza dei reparti di degenza, in particolare quello di Medicina, che richiedono un flusso contenuto e protetto di visitatori? Come mai non viene presa in considerazione l'ipotesi , per i degenti con problemi di autonomia personale e sociale, di prevedere la presenza di un familiare con tutte le misure di protezione necessarie, a garanzia del diritto dell'ammalato a mantenere il contatto con i propri affetti?».  Nell'attesa che a questi due interrogativi «si faccia fronte - continua Isabella - gestendo la delicata problematica con mitezza e senza il ricorso alle forze dell'ordine, rassicuro l'Asp che lo sportello del Tdm nell'ospedale continuerà ad essere a disposizione dell'utenza per: concorrere, con spirito collaborativo, a migliorare la qualità dei servizi; aumentare la sua fiducia nelle istituzioni sanitarie pubbliche; sollecitare le istituzioni stesse ad evitare che sui bisogni, anche se a volte solo percepiti, scenda un liquidatorio silenzio». E in merito alla nota dell’Asp secondo la quale «si rendono necessari chiarimenti per non inficiare il clima di fiducia che deve caratterizzare i rapporti tra cittadini e sistema sanitario, lasciando trapelare il dubbio -per Isabella - che a concorrere ad inficiare il clima di reciproca fiducia sia il Tribunale per i diritti del malato della Rete di Cittadinanzattiva operante nella struttura ospedaliera lametina», Isabella ricorda che il ruolo del Tdm «è quello di tutelare i cittadini nell’ambito della salute, fornendo informazioni e aiuto su leggi e diritti». Il Tdm «come nel caso della nota dell'Asp relativo all’ applicazione dell’holter ad una paziente totalmente estraneo ai contenuti della mia lettera al primario di Medicina, ha acquisito la segnalazione e l'ha inoltrata a chi di dovere. Sarebbe stato più opportuno e direi anche delicato, che l'utente fosse stato informato attraverso una comunicazione diretta. Non sarebbe stato questo un segnale concreto e manifesto di attenzione e di fiducia? Sul diniego degli accessi dei familiari ai loro cari in regime di degenza, temo - conclude Isabella - che lo spirito della mia lettera non sia stato correttamente compreso».

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