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Liste d’attesa, la presidente Straface replica al Pd

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 21 lug
  • Tempo di lettura: 2 min
Pasqualina Straface
Pasqualina Straface

CATANZARO – «È davvero curioso e francamente ridicolo, che oggi il Partito democratico e il suo segretario regionale Nicola Irto si ergano a paladini della sanità calabrese, dopo aver trascorso decenni a guardare altrove, mentre il sistema sanitario regionale affondava nel caos. Per anni in Calabria si prenotavano le visite mediche solo per telefono, senza alcun coordinamento tra Asp e ospedali, senza alcun controllo sulle liste d’attesa, senza alcuna trasparenza. Il Pd ha governato per anni e non ha mosso un dito per cambiare questa situazione. Oggi, invece, grazie al lavoro del presidente Roberto Occhiuto e del governo regionale, la Calabria ha un Cup unico regionale, digitale, integrato e trasparente». «Disponiamo – sottolinea Pasqualina Straface, presidente della Terza Commissione Sanità del Consiglio regionale e consigliere regionale di Forza Italia – di un sistema moderno, finalmente in linea con le migliori pratiche nazionali. Le agende degli specialisti – aggiunge – sono condivise, le liste d’attesa sono monitorate, vengono recuperate prestazioni anche nei weekend e i cittadini possono prenotare da sportelli, farmacie, app e portale. Abbiamo anche investito oltre 22 milioni di euro – continua Straface - per rafforzare le prestazioni aggiuntive del personale sanitario e abbiamo imposto piani operativi e cronoprogrammi a tutte le aziende sanitarie per abbattere i tempi di attesa per visite, esami e interventi. Certo – continua ancora - il percorso è ancora in evoluzione, ma è sotto gli occhi di tutti che oggi la Calabria ha finalmente una sanità che si muove, che cambia, che si riforma. E chi oggi critica, come Irto e il Pd, commentando già con il cappio in mano inchieste giudiziarie che faranno il loro corso, è lo stesso che ieri non ha fatto nulla e che oggi spera di lucrare consensi su problemi che loro stessi hanno creato o ignorato. Ma i calabresi non sono stupidi: riconoscono – conclude - chi lavora per cambiare le cose e chi, invece, si è sempre girato dall’altra parte. Noi andiamo avanti, loro restino pure attaccati alle poltrone delle chiacchiere».

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