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Pnrr, denuncia di Si sui fondi persi per l’ospedale di Vibo

  • Immagine del redattore: Uneba Calabria
    Uneba Calabria
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min
Fortunato Petrolo
Fortunato Petrolo

VIBO VALENTIA - È un atto d’accusa durissimo quello lanciato dalla Federazione provinciale di Sinistra Italiana di Vibo Valentia contro la gestione dei fondi Pnrr destinati all’adeguamento sismico ed energetico dell’ospedale Jazzolino. Secondo il segretario provinciale Fortunato Petrolo, la responsabilità del mancato avvio dei lavori e della conseguente perdita dei 25 milioni di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ricade interamente sulla Regione Calabria e sulla terna commissariale dell’Asp. Tutto parte da una proposta elaborata tra gennaio e febbraio di quest’anno: per consentire gli interventi sull’attuale struttura, l’Azienda aveva ipotizzato la realizzazione di un ospedale da campo, un trasferimento temporaneo in una clinica privata e infine lo spostamento dei reparti presso l’ospedale di Tropea. Una strategia, denuncia oggi Sinistra Italiana, «messa in campo solo per prendere tempo e coprire l’inadeguatezza della classe dirigente sanitaria regionale». Il nodo centrale, secondo Petrolo, è il mancato rispetto della data chiave del 28 febbraio 2025, entro cui i lavori dovevano essere ufficialmente consegnati. Il ritardo ha fatto saltare l’accesso ai fondi del Pnrr, un’opportunità irripetibile per modernizzare una struttura ospedaliera che da anni attende interventi di messa in sicurezza e ammodernamento. A rafforzare i timori del partito, sono state le stesse dichiarazioni del neo-commissario Vittorio Piscitelli, il quale – durante la sua prima conferenza dei sindaci – aveva «rassicurato tutti: la consegna dei lavori sarebbe avvenuta entro il 5 o 6 marzo e, qualora i fondi Pnrr fossero venuti meno, la Regione Calabria avrebbe comunque finanziato l’intervento attraverso il Fondo di Coesione e Sviluppo. Ma nulla di tutto ciò è accaduto. Oggi, secondo quanto appreso, il Governo ha negato anche i 3 milioni di euro necessari per sbloccare la parte di cofinanziamento indispensabile all’efficientamento sismico/energetico dell’ospedale». E la Regione, dal canto suo, non ha ancora dato seguito alla promessa di recuperare le risorse perdute. «Ci chiediamo – scrive il dirigente di Sinistra Italiana – se questa fosse fin dall’inizio la vera ragione del mancato rispetto della scadenza. E ci chiediamo se l’ipotesi di utilizzo del Fondo di Coesione fosse soltanto una copertura mediatica, un modo per guadagnare tempo e nascondere il vuoto di idee e di volontà politica. Se è così, siamo davanti a un’ennesima presa in giro ai danni dei cittadini vibonesi». Il partito denuncia una situazione divenuta ormai insostenibile: «Non è in gioco il destino di una parte politica, ma il diritto alla salute. La sanità pubblica non ha colore: è un bene comune da difendere, una battaglia di civiltà. Ogni giorno di ritardo è un’offesa a medici, infermieri e pazienti che operano e si curano in condizioni precarie». Nel comunicato, Petrolo esprime anche preoccupazione per il nuovo ospedale in costruzione: «Ad oggi, non è stato ancora approvato il progetto esecutivo. Condividiamo le perplessità espresse dal Consigliere Regionale Antonio Lo Schiavo, che ha presentato un’interrogazione formale al Presidente della Regione nonché Commissario alla Sanità Roberto Occhiuto. È impensabile che a metà 2025, con il vecchio ospedale fermo e quello nuovo bloccato, si continui a vivere nell’incertezza più totale». Per Sinistra Italiana, è dunque arrivato il momento di mobilitare la società civile e le forze politiche locali, senza distinzioni ideologiche: «Vibo Valentia ha pagato un prezzo troppo alto. Non c’è più tempo da perdere. È necessario che la buona politica, quella che mette al centro i diritti, si unisca in una reazione forte contro le logiche che hanno impoverito la sanità locale. Dobbiamo salvaguardare le nostre strutture, proteggere la dignità di chi lavora negli ospedali e garantire sicurezza ai malati».

Il messaggio finale è un invito all’unità e alla vigilanza: «Non possiamo rassegnarci. Non dobbiamo più accettare promesse a vuoto. Serve trasparenza, competenza, ma soprattutto rispetto. La salute dei cittadini vibonesi non può più essere merce di scambio».

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