Reggio, una mostra fotografica sui disturbi dello spettro autistico
REGGIO CALABRIA - Apre i battenti nella Sala Boccioni di Palazzo Alvaro “Mio fratello è figlio unico”, la
mostra fotografica realizzata dall'associazione di promozione sociale Autopia, con il patrocinio della Città Metropolitana e del Comune di Reggio Calabria. L'evento rientra nell'ambito delle iniziative istituzionali promosse dall'Ente metropolitano, insieme alle associazioni del settore, per il mese in cui si celebra la giornata mondiale per la consapevolezza sull'autismo. Il percorso espositivo, attraverso gli scatti del fotografo Nicola Tassone, racconta la vita quotidiana di alcuni bambini e ragazzi reggini con disturbi dello spettro autistico, insieme ai loro fratelli. Un'occasione per ribaltare gli stereotipi e richiamare il valore della conoscenza, come primo strumento per abbattere le barriere nei confronti di queste problematiche, e dare il giusto e necessario sostegno alle famiglie che quotidianamente accudiscono i ragazzi. «È un momento importante per noi - ha affermato il sindaco Giuseppe Falcomatà durante il vernissage della mostra - siamo felici di poter accogliere nel palazzo istituzionale della Città Metropolitana questa bella raccolta di immagini fotografiche. Scatti evocativi che ci raccontano le storie di questi bambini, entrando nella loro vita quotidiana, nelle loro abitudini, nelle loro passioni, nei sorrisi, ed anche nelle preoccupazioni, di chi vive insieme a loro e più di tutti ne comprende i bisogni. E' una mostra di grande valore che andrebbe mostrata più possibile. Mi piace anche il titolo che è stato scelto e che cita la canzone di Rino Gaetano "Mio fratello e' figlio unico». In questo caso l'essere “unico” non è sinonimo di solitudine, come potrebbe sembrare, ma di unicità nel senso della ricchezza della diversità. Questi bambini sono davvero unici e straordinari. Ed il nostro compito da istituzioni, insieme al meritorio lavoro delle Associazioni, come in questo caso Autopia, è quello di sostenerli, di alimentare le loro passioni ed offrire loro delle opportunità. Affinché l'autismo sia sempre meno un ostacolo alle loro relazioni e alla loro affermazione sociale».
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